Ho letto attentamente l'ARTICOLO indicato sopra e non so da dove cominciare
la critica.
L'autore, in maniera molto SNOB, esprime giustamente la sua
opinione, senza entrare nel dettaglio della teoria economica.
Ritenendo doveroso portare rispetto alla teoria,
nell'intento di aiutare chi legge a capire meglio le cose, provvederò a fornire
punti di riferimento necessari a capire di cosa si sta parlando.
Inizierei con due paginette sulla storia del pensiero
economico:
http://andcappe.blogspot.it/2013/02/la-storia-del-pensiero-economico.html
Sintetizzando, ci sono due teorie prevalenti alla base del
pensiero economico, la teoria Neoclassica, che affronta le crisi cercando un
equilibrio economico di sottoccupazione, e la teoria Keynesiana, che in caso di
crisi prevede che lo Stato si preoccupi di garantire la piena occupazione,
garantendo al mercato quella domanda che le crisi periodiche tendono a far
scomparire dallo stesso.
Le crisi, quasi sempre, derivano da shocks che determinano
un crollo della circolazione monetaria. Lo shock, immaginate Lehman Brothers,
spinge gli operatori sul mercato, banche, aziende, famiglie, a contrarre la
loro domanda per consumi ed investimenti e quindi il mercato si contrae,
cercando un nuovo punto di equilibrio a livelli di produttività più bassi. La
produttività genera disoccupazione ed il modo di gestire la situazione,
distingue la teoria NEOCLASSICA DA QUELLA KEYNESIANA.
I neoclassici pensano sia meglio far aumentare la
disoccupazione, questo genera diminuzione del costo del lavoro. La diminuzione
del costo del lavoro, dovrebbe garantire alle imprese manodopera a basso costo,
e secondo loro, siccome è l'offerta che genera la domanda, le imprese
assumeranno al nuovo livello raggiunto dai salari, garantendo, l’occupazione e
la ripresa del ciclo economico. Questa era la teoria sviluppata nel 1800,
dall'evoluzione della teoria Classica, perfezionata da Walras e Pareto, e poi
con la crisi del 1929 che ne dimostrava il fallimento fu messa in soffitta,
soppiantata dalla politica Keynesiana.
Il passaggio alla politica Keynesiana, permette all'America
di uscire dalla crisi del 1929, mentre in Europa per uscire dalle due grandi
depressioni causate post 1875 e post 1924 dalle politiche di Equilibrio di
bilancio di Quintino Sella e Alberto de Stefani, ci vorranno due Guerre
Mondiali.
Molti opinionisti, a questa mia affermazione stoceranno il
naso, ma chi ha studiato la storia e conosce l'economia, andando a verificare
cosa successe post 1875 e post 1924, noterà due BELLISSIME RECESSIONI
ECONOMICHE. Molti diranno che sia stato un caso che in Italia, dopo due
politiche di equilibrio di bilancio si siano verificate due recessioni gravi. A
questo punto interviene la teoria della probabilità, abbiamo solo lo 0,00444%
di probabilità che sia un caso. Le due più grandi depressioni, sono conseguenti
agli unici due equilibri di bilancio nella storia di 150 anni di repubblica
italiana.
Nel secondo dopoguerra, Keynes viene applicato a tutta l’Europa,
naturalmente siccome nel frattempo il poveretto era morto di crepacuore, la sua
teoria viene distorta e diventa funzionale agli interessi dei potenti dell’epoca.
Malgrado la distorsione della sua teoria, le cose sembrano funzionare, e la
gestione della spesa pubblica, rispetto all’andamento del PIL, almeno in Italia
riesce ad evitare le montagne russe a cui l’economia italiana era abituata
prima della Seconda Guerra Mondiale.
Ho costruito un grafico dividendo le variazioni in valore
assoluto del pil rispetto alle variazioni in valore assoluto della spesa
pubblica, al fine di misurare l’efficienza della spesa dal 1861 al 2009.
Ho applicato al grafico una media a 5 anni al fine di
rendere leggibile i grafici. Le conclusioni più o meno sono quelle sopra
illustrate e l’articolo lo trovate qui:
Gli americani mentre in Italia lo pseudo – Keynes funzionava
benino, a fine anni 60 si trovano a dover affrontare un nuovo nemico la
Stagflazione.
A fine anni 60 gli Americani imputano a Keynes le colpe
della Stagflazione invece di ricercarle nell’idiozia delle spese sostenute per
la guerra in Corea ed in Vietnam.
A queste rogne si aggiunge Nixon che decide di non convertire più il dollaro in
Oro, e gli arabi si incazzano e rivalutano il petrolio del 500%. Durante gli
anni ’70 l’inflazione impazza alimentata dalla Guerra nel Kippur e dal
Khomeinismo, ma molti credono in Italia che la causa risieda nella scala
mobile. Ricordiamo a tutti che la scala mobile viene introdotta nel 1975, quindi
fino a questo anno in Italia l’inflazione non può essere imputata all’indicizzazione
dei salari all’inflazione come questa prevedeva. Dal 1975 l’inflazione tra alti
e bassi lateralizza, salendo solo nel 1979 durante il Khomeinismo, quindi i
salari dei poveri operai c’entravano poco o niente. Durante gli anni 80 scende
in Italia, per risalire a fine anni 80 con l’IRAQ.
Trovate quanto scritto a questo link:
Negli anni ’70 quindi quello che si può notare è la ricerca
di una scusa per abbandonare Keynes, ed applicare di nuovo l’idiozia della
vecchia teoria Neoclassica. Viene restaurato Ricardo, e la teoria dell’Equivalenza
Ricardiana. Ricardo diceva che è inutile fare spesa pubblica a debito, perché i
cittadini essendo soggetti razionali sapendo che lo Stato si indebita, saranno
portati a risparmiare, inficiando ogni possibile vantaggio derivante dalla
spesa a debito.
Si scopre nel 900 che gli operatori, agiscono in maniera
irrazionale, e lo stesso Ricardo che muore nel 1823, rinnega la sua teoria prima
di morire, ripresa da Barro negli anni 70 ed approdata dal 1980 in poi nel mondo, attraverso REAGAN, LA
THATCHER e l’idiozia Europeista, che
negli anni 80 con lo SME, non era ancora influenzata dal REAGANISMO. Ricordo
all’autore dell’articolo:
che il povero Mundell non è un KEYNESIANO, o almeno non
negli anni 70 visto che con LAFFER, era uno dei consulenti di REAGAN, ed autore
della SUPPLY SIDE ECONOMICS.
Di fatto l’Austerity, ha solo uno scopo conosciuto a tutti
gli economisti di professione:
Lo scopo dell’austerity è generare recessione economica, la
recessione genera disoccupazione, e questa spinge i lavoratori ad accettare
salari più bassi.
Oggi a questo obiettivo si aggiunge un secondo obiettivo.
Piegati i lavoratori a subire riforme del mercato del lavoro, la recessione e
la crisi, saranno utilizzate a livello europeo per obbligare le Nazioni a
cedere pezzi di sovranità e come dice Draghi, realizzare in Europa il progetto
di BODIN, il teorico dell’ASSOLUTISMO MONARCHICO. Draghi vuole farci diventare
tutti SUDDITI, visto che l’assolutismo monarchico, non prevede la figura dei
cittadini.
Se non ci credete sull’ASSOLUTISMO MONARCHICO come modello
BCE trovate il discorso di Draghi qui:
Sulla cessione di sovranità attraverso le crisi ci pensa
Monti a spiegarlo qui:
Ora vado a vedere un film, il resto della critica lo riservo
a chi avrà interesse di approfondirlo e mi contatterà via mail o Twitter.
andcappe@gmail.com
O su TWITTER
@andcappe
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