Un uomo si è ucciso a Trapani: si è impiccato perché ha perso il suo lavoro a 61 anni.
Quest'uomo non va dimenticato, quest'uomo lascia un biglietto in cui ha scritto questo:
L'articolo 1 dice che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Perché lo Stato non mi aiuta a trovarlo?".
Aveva chiesto aiuto a Napolitano e Camusso. Nel foglio l'elenco di chi si è tolto la vita perché senza lavoro: in fondo il suo nome.
GIUSEPPE
Cosa stanno facendo i nostri politici per Giuseppe e per il lavoro?
Nulla.
Il loro obiettivo, è d'imporci l'Europeismo al fine di contenere il potere delle masse, attraverso il progressivo impoverimento ed la disoccupazione che sta ormai dilagando, attraverso la riduzione del denaro circolante che sta distruggendo progressivamente il tessuto produttivo del nostro paese.
Ci stanno facendo morire attraverso la penuria di moneta. Stanno attuando un embargo alla circolazione del denaro nella nostra economia, la stanno soffocando con le tasse, obbligandola ad espatriare in Austria e Slovenia.
Quando avranno finito cosa rimarrà dell'economia italiana sul territorio?
Solo un ricordo del passato e la nascita di tensioni sociali tra le masse dei lavoratori e dei dipendenti pubblici, tra i lavoratori autonomi e quelli salariati, tra i pensionati con il sistema retributivo e quelli con il contributivo.
Divide et impera!
COME SI SONO COMPORTATI I NOSTRI POLITICI DAL 1861 AL 2011:
Analizziamo l'andamento della variazione assoluta del Pil, determinata da variazioni assolute della spesa pubblica dal 1861 al 2011. Per i dettagli potete leggere qui.
Grafico (1)
Il grafico ci dice che dal 1860 alla seconda guerra mondiale, sono stati adottati modelli economici che hanno favorito le classi dominanti.
Si chiamano politiche liberiste, politiche del meno Stato, politiche portate avanti dai capitalisti dell'epoca, dalla finanza e dalle classi aristocratiche.
Le politiche liberiste si basano sul laissez-faire, sul lasciar fare, sul fatto che secondo loro i mercati tornano in equilibrio da soli attraverso l'austerity, facendo pagare alle classi più deboli, i costi della loro avidità.
Nei fatti, l'equilibrio di tali modelli è sempre un equilibrio di sottoccupazione, una disoccupazione, perseguita attraverso il controllo maniacale dei processi inflattivi. Si chiama trade-off, la relazione inversa tra inflazione e disoccupazione.
Se diminuisce l'inflazione automaticamente aumenta la disoccupazione e nei testi di economia tutti l'abbiamo studiata e la conosciamo come Curva di Phillips o di Fisher e ne ho parlato qui.
Il grafico ci dice inoltre che dalla seconda guerra mondiale in poi (1945), sono invece state adottate politiche di tipo Keynesiano.
Keynes un vero liberale, sapeva che in uno Stato moderno e democratico, le decisioni vengono prese nell'incertezza, che gli imprenditori lasciati liberi di fare, in tempo di crisi, preferiscono non rischiare e non investire e che quindi per stimolare l'economia, lo Stato deve intervenire.
Egli non diceva che lo Stato deve sprecare le risorse regalandole agli amici dei politici, ma che le deve allocare, in investimenti strategici, magari (opinione personale), NAZIONALIZZANDO alcune imprese operanti in alcuni settori come le Banche, le telecomunicazioni, l'energia ed i Trasporti (Keynes e Friedman, dicevano inoltre che conviene lanciare dagli aerei la moneta e dai grafici si capisce perché, ma di questo ne riparleremo).
Le politiche Keynesiane, hanno arricchito i cittadini europei, la cosa è evidente se guardate la crescita del Pil Reale linea verde, rispetto alla crescita del Debito Reale linea rossa dal dopoguerra in poi. La crescita del Pil superiore al Debito, rappresenta l'evidenza empirica della validità delle teorie Keynesiane.
Dal 1980 in poi, dal grafico si nota un rallentamento della crescita del Pil rispetto alla crescita del debito, dovuta al cambio delle politiche adottate dai nostri governanti.
A questo punto alcuni si chiedono, come mai il paradigma Keynesiano se così vantaggioso e lo vedete nel grafico, è stato in parte messo da parte a favore di altre teorie dagli anni '70 in poi in America ed in Italia dagli anni '80?
L'unico motivo che mi può venire in mente è l'abbandono della centralità del cittadino nelle scelte politiche, a favore di altri "enti": il mercato, il partito, il sindacato, il proprio interesse personale, l'individualismo, l'egoismo dell'uomo.
L'abbandono della centralità dell'uomo, spinge la politica alla ricerca della soddisfazione dei propri interessi personali e delle sue ambizioni, attraverso atteggiamenti accondiscendenti rispetto alle classi dominanti che dagli anni '70 in poi prendono il sopravvento sull'autorità e Sovranità degli Stati (dei cittadini).
Nixon decide l'abbandono del sistema aureo nei primi anni 70, ed il suo rifiuto di convertire in oro i dollari, accumulati dai petrolieri arabi e dai paesi Europei, causa un apprezzamento del Petrolio ed un processo inflattivo, che in Italia si ripercuote positivamente sull'economia e sul debito pubblico grazie per fortuna, al fallimento del primo tentativo di SISTEMA MONETARIO EUROPEO negli anni '70.
Gli effetti delle aspettative inflattive causate da Nixon su credito, investimenti, consumi, Pil ed inflazione negli anni 70 li potete leggere qui.
Negli anni 80 le idee liberaliste vengono "antropomorfizzate", nel Reaganismo in America e nel Thatcherismo in Europa e si impongono come pensiero dominante.
La caduta del muro di Berlino, immagino che abbia obbligato la classe politica, a cercare nuovi punti di riferimento, nell'intento di garantire a se stessa un lungo futuro, individuandoli nella costituzione di uno Stato Sovranazionale di tipo liberale (la libertà è un concetto molto distante dallo Stato Liberale che trovate spiegato qui), chiamato EUROPA, dove i cittadini, godranno di un voto limitato e dove i Governanti, risponderanno, ai loro padroni naturali, i banchieri arroccati nella loro castello, la Banca Centrale Europea.
COME SONO RIUSCITI AD IMPORRE UN PENSIERO TANTO PENALIZZANTE PER LE MASSE:
Per imporre politiche liberiste, vantaggiose solo per le classi dominanti, era però necessario manipolare il pensiero delle masse e questo, poteva essere perseguito esclusivamente attraverso l'affermazione di una serie di menzogne:
1) che l'inflazione anni 70 ha danneggiato gli italiani, BUGIA che spiego qui.
2) che il debito pubblico è stato causato dagli italiani BUGIA che spiego qui.
3) che l'EUROPA dei banchieri è l'unica soluzione possibile, BUGIA che spiego qui.
4) riportando in auge, teorie dell'800, anteriori agli sviluppi della microeconomia Marshalliana, come la Teoria dell'Equivalenza Ricardiana, abbandonata perfino dal suo ideatore di cui parlo qui. e riportata in auge da Robert J. Barro negli anni 70, ed applicata nei complessi quanto assurdi calcoli di questa EUROPA.
Queste menzogne avevano uno scopo, quello di riaffermare la validità del paradigma dominante prima della seconda guerra mondiale, ritornato in scena grazie, al risorgere del potere capitalista.
Questo, piegato dalla sua stessa avidità nel 1929, si rafforza grazie alle politiche Keynesiane e diventa aggressivo, dal colpo da maestro di Nixon in poi stimolato dai successi nella sottomissione delle masse derivanti dall'esperienza americana ed inglese.
IN ITALIA COSA AVVIENE:
Le tappe che scandiscono il percorso italiano sono le seguenti:
1) Nel 1979 siamo entrati nello SME, un sistema di cambi semifisso, che notoriamente danneggia le economie con inflazione più alta (quella italiana), creando squilibri economici. Secondo Keynes gli squilibri vanno risolti, con processi inflattivi nei paesi che accumulano risorse (leggi Germania), non attraverso la deflazione (leggi austerity), dei paesi a debito con la bilancia dei pagamenti, che causa solo un peggioramento nei processi recessivi.
2) Nel 1982, viene attuata la separazione Banca d'Italia, Tesoro, giustificandola con la corruzione politica. Al fine di evitare l'uso discrezionale e clientelare delle risorse disponibili attraverso la Banca d'Italia, ad interessi di favore per lo Stato (leggi cittadini), viene condannato lo Stato corrotto (leggi i cittadini italiani), a pagare fino al 20% alle banche private, generando l'esplosione del debito pubblico e l'arricchimento dei banchieri privati.
3) I tassi reali, cioè i tassi bancari al netto dell'inflazione che negli anni '70 erano negativi e che favoriscono i paesi con debito pubblico, negli anni '80 diventano positivi, rendendo più difficoltoso, attraverso la crescita del Pil, contrastare la capitalizzazione degli interessi passivi sul debito.
4) Usciti dallo SME nel 1992, riparte l'economia, ma ad essa viene posto un freno dalla metà degli anni 90 in poi attraverso un processo di privatizzazioni, che favorisce la riduzione del debito, con effetti positivi sulla riduzione dei tassi di interesse complessivi, ma che di fatto determina anche la riduzione dei dividendi complessivi.
I proventi della vendita dei beni dello Stato ed i minori dividendi percepiti, non essendo reinvestiti nel sistema, provocano una riduzione della massa di moneta circolante, con effetti negativi in leva sul Pil, che non crolla, ma viene fortemente frenato (gli amici di Giannino forse dovrebbero riflettere).
5) Negli anni 90 vengono riformate le pensioni e questo genera l'aumento del deficit pensionistico dato dalla differenza tra contributi e pensioni pagate, e lo vedete qui, ma questo non è tanto grave tranne che per le pensioni oltre i 3000 euro, viene poi attuata una politica di aumento delle imposte dirette prima, indirette poi e di taglio dei contributi in conto capitale fino al 2000.
La riduzione della spesa complessiva, favorisce la riduzione del Debito Pubblico fino al 2000, ma frena ulteriormente la crescita del Pil che dal 2000 rallenta la sua crescita, a differenza del debito che esplode, lo vedete nel grafico (1), all'inizio di questo post.
Io non so perché ma nel 2001 la spesa complessiva frenata fino al 2000, viene aumentata di 50 miliardi, infatti per qualche anno il pil cresce linea verde sopra per poi crollare con la crisi bancaria del 2007.
Grafico (2)
I risultati di queste politiche sull'occupazione le vediamo nella sua preoccupante risalita nel 2007, maschile linea rossa, femminile linea arancione del Grafico (2).
Come notate l'Italia fuori dall'Euro, è caratterizzata da variazioni assolute del Pil annue, rispetto a variazioni della spesa, sempre positive che vanno dal 450% del 1960, al 300% del 1970, al 100% dei picchi degli anni 70.
Strano notare come dal 1979 al 1993, la crescita del Pil rispetto alle variazioni di Spesa linea verde, cala diventando negativa, per poi risalire una volta usciti dallo SME nel 1992, per poi ripiombare nel baratro nel 2004 con un rimbalzo nel 2007 linea verde.
Questo avviene solo perché dal 2001 in poi vengono attuate politiche di stimolo all'economia, negli anni 2001, 2003, 2006, anno in cui cessano con ovvie conseguenze.
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