martedì 5 febbraio 2013

MPS dal 2000 perde il -90% ma quanto perdono in borsa dal 2000 le banche ITALIANE?

Mi capita a volte, girando per la rete, di imbattermi in persone, che, per ingenuità, ancora credono alle favole sui mercati finanziari.

I mercati finanziari sono mossi dal Capitalismo, dalla ricerca fine a se stessa dell'accumulazione e da sistemi molto avanzati di valutazione dei prezzi.

Contrariamente  a quanto si pensi, il valore di borsa di ogni strumento finanziario, si forma seguendo logiche, magari incomprensibili, ma ben definite.

Sono due gli elementi che formano i prezzi sui mercati:

1) Il rischio impicito nello strumento che si vuole comprare
2) Le prospettive di crescita economica del mercato, a cui si riferisce lo strumento che si vuole comprare.

Entrambi i due valori hanno un prezzo che naturalmente si forma, in base a complessi calcoli statistici (quanto mi piace tirarmela).

Dai miei complessi calcoli statistici, visto che sono un povero uomo, privo di risorse milionarie, il rischio di cui al punto (1) può essere calcolato sommando:

FREE RISK + TASSO DI INTERESSE SUL BTP A 10 ANNI

Per quanto riguarda invece le prospettive di crescita economica, amando le semplificazioni il punto numero (2) può essere calcolato considearando:

LE ASPETTATIVE DI CRESCITA ECONOMICA ad esempio in Italia sono oggi del -1%, previste dai vari studi di ricerca compresi quelli del FMI.

Ottenuti i due valori il calcolo diventa  facilissimo basta considerare l'attualizzazione di una RENDITA PERPETUA e la spiegazione la trovate qui.

VALORE ATTUALE =

RENDITA ANNUA(dividendo)/(Tasso di rischio di mercato - (+-Crescita/decrescita))

Nel caso di una Banca che va in perdita come faccio a calcolare il valore?

Le cose si complicano e vi mostro l'andamento dei guadagni o delle perdite in percentuale di tutte le banche quotate alla borsa di MILANO Grafico (1):

Grafico (1)
Fonte prezzi BORSA DI MILANO
Guardate che grande lavoro sono riusciti a fare le banche alla Borsa di Milano.
Molti danno la colpa ai mercati, ma in un mercato concorrenziale, ci dovrebbero essere vincitori e vinti.
A me sembra che l'idea del virtuosismo, di un sistema concorrenziale, garantito dalle privatizzazioni, abbia determinato un cartello di imprese, che per anni hanno vissuto sulle spalle degli Italiani ed oggi, private, vogliono cercare di sopravvivere ancora sulle spalle degli Italiani.
A queste banche paghiamo interessi passivi e sul nostro debito sono circa 100 miliardi di Euro l'anno. Quando uno Stato nel 1982, decide attraverso il ministro Andreatta, di separare il Tesoro da Banca d'Italia, la logica della separazione, viene indicata nella CORRUZIONE DELLA POLITICA, che distribuisce la ricchezza dei cittadini alle sue CLIENTELE.
Attraverso la separazione, si cerca di risolvere un fenomeno la CORRUZIONE POLITICA, regalando alle banche durante gli anni che vanno dal 1980 al 2009 circa 1990 miliardi di euro.
Avete capito bene quasi la stessa cifra del nostro debito pubblico.
Un amico mi diceva che i saldi si compensano, ha ragione solo che:
DEBITO PUBBLICO ITALIANO = INTERESSI PASSIVI PAGATI ALLE BANCHE DAL 1980 AL 2009
Fino alla metà degli anni 90, questa distorsione, legata al fatto che lo STATO ha volontariamente, privato cittadini di risorse, per regalarli alle banche, non ha dato problemi.
Dico che non abbiamo avuto problemi fino agli anni 90, perché lo Stato siamo noi e se le banche sono dello Stato, noi cittadini paghiamo una tassa alle banche, per ottenere dei vantaggi.
I vantaggi sono nel meccanismo con cui le banche moltiplicano la moneta, favorendo la circolazione del denaro, per informarvi sul moltiplicatore potete farlo qui.
Evito di tediarvi con le mie maliziose opinioni sulle poltrone nelle aziende di Stato di cui tutti oggi hanno una vaga idea e passo a parlare degli anni 90 e delle PRIVATIZZAZIONI DI STATO.
Negli anni 90 la Banca d'Italia il quarto potere dello Stato, decide per il GOVERNO ITALIANO, visto che molte poltrone sono messe gentilmente a disposizione dalla Banca d'Italia per i politici che non trovano la propria sedia in parlamento e viene emanata la legge DRAGHI. La legge DRAGHI, ha uno scopo, trasformare le banche in SPA, e ridurre il ruolo delle FONDAZIONI BANCARIE.
Il risultato è l'immissione sul mercato di tante belle banche di Stato, che finiscono nelle virtuose mani dei banchieri privati.
Nel grafico non riuscite a vedere i guadagni di borsa di quei titoli che vedete nel grafico (1), ma sappiate che ai massimi dei guadagni nel 2008, il processo di crescita si inverte.
Potete notare come il MONTE DEI FIASCHI DI SIENA, arrivi oggi a valere il 10% di quanto non valesse nel 2000.
Vedete che la più virtuosa è MEDIOBANCA ed UNICREDIT, ma non dimenticate che alcune banche hanno fatto degli aumenti di capitale, i soci hanno praticamente sborsato come nel caso di UNICREDIT 2 euro circa ad azione.
LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: MA CI CONVIENE A NOI ITALIANI REGALARE TUTTE QUESTE BANCHE PIENE DEI NOSTRI SOLDI AI BANCHIERI TEDESCHI ED AMERICANI?

Le banche italiane valgono in borsa 70 mld oggi, ed ad esse paghiamo 50/60 mld di interessi passivi l'anno. Possiedono il nostro debito per oltre 500 miliardi.

VI SEMBRA NORMALE NON NAZIONALIZZARLE O ENTRARE PER SICUREZZA NEL LORO CAPITALE SOCIALE?

VI RENDETE CONTO CHE L'ECONOMIA ITALIANA E' IN BALIA DI FINANZIERI INDIVIDUALISTI E PRONTI A PORTARCI ALLA FAME?

2 commenti:

  1. Ciao Andrea, scrivi un sacco di cose interessanti e dalle conclusioni che condivido in pieno.
    Stiamo vivendo la più grande bolla creditizia nella storia del moderno capitalismo, fomentata da politiche scellerate delle Banche Centrali.
    Per la mia modesta esperienza nei mercati finanziari e nel monetarismo austriaco, posso dire che i prezzi di borsa sono una conseguenza della espansione monetaria. Se espandi la moneta tutto aumenta di valore, non perchè vi sia valore intrinseco negli investimenti ma semplicemente per l'inflazione che si rifugia dove può.
    La borsa è il miraggio di questa società che vuole arricchirsi senza fatica alle spalle degli altri, come fanno i banchieri.
    Ciao!

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  2. Ciao Arnaldo,
    io ho studiato qualche cosa della scuola Austriaca, conosco SCHUMPETER.

    Gli Austriaci, hanno una visione dell'economia di tipo microeconomico, all'epoca, non esistendo i calcolatori elettronici, non riuscivano a risolvere modelli con troppe variabili e quindi erano costretti per risolvere le cose a limitare CETERIS PARIBUS, a parità di altre condizioni, l'oggetto dell'analisi.

    L'individualismo, su cui si basa il pensiero degli Austriaci, riflette il loro tempo. All'epoca il suffragio non era ovunque universale, ed il potere era in mano ai ricchi nobili.

    Ad inizio 900 cominciano a diffondersi idee nuove, la politica si apre alle masse ed il suffragio anche in Italia diventa universale, ma limitato agli uomini.

    Keynes, scrive un trattato sulla probabilità, e fu uno dei primi economisti, ad attuare le teorie che scrisse.

    Il passaggio dallo Stato Liberale, allo Stato Democratico, richiede la soluzione prima di tutto di un problema fondamentale, la piena occupazione.

    Per quanto riguarda l'inflazione ho scritto abbastanza in questo sito su INFLAZIONE BUONA E CATTIVA. Spero ti chiariscano una cosa e cioè che le iperinflazioni, sono sempre causate da una truffa finanziaria vedi lo Zimbabwe, la Germania di Weimar, o l'inflazione degli anni 70 causata da Nixon, uscendo dal sistema Aureo.

    Negli anni 70 paradossalmente l'inflazione, rappresentò per l'economia italiana un vantaggio.

    Considera che, i tassi erano negativi, e permettevano di ridurre il debito, garantendo l'aumento del pil e dei salari, in misura superiore all'inflazione, a differenza degli anni 80 in poi quando diventano positivi, peggiorando la situazione relativa al debito.

    A presto.

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