mercoledì 30 gennaio 2013

L'INFLAZIONE CATTIVA, la SVALUTAZIONE SALARIALE ed il mondo che verra

Un'area valutaria ottimale, è un'area territoriale che comprende diversi paesi talmente integrati a livello economico e sociale da giustificare la creazione di un sistema di cambi fissi. In questo tipo di aree, sono i flussi di persone, di merci e di capitali, che tendono a riequilibrare ogni tipo di squilibrio economico. Purtroppo l'Europa, non è un'area valutaria ottimale.

Nell'Euro,  le differenze economiche e sociali tra i vari paesi, hanno difficoltà ad essere riassorbite perché molto spesso, le persone non amano cambiare paese per vivere, gli investimenti non seguono  logiche economiche, essendo gestiti in  base alle "scelte sociali" clientelari della politica ed i capitali seguono la strada più conveniente della speculazione. Gli squilibri, si ripercuotono soprattutto nel livello dei prezzi, tra paesi tecnologicamente avanzati ad inflazione bassa e paesi meno avanzati come l'Italia con tassi di inflazione più alti. In questi casi lo squilibrio  genera differenziali nei prezzi tra due paesi e per rendere competitive le merci, diventa necessaria una  SVALUTAZIONE MONETARIA o una SVALUTAZIONE SALARIALE.

Al fine di evitare tutto questo paesi in avanzo verso l'estero dovrebbero investire nei paesi in disavanzo che di solito hanno anche prezzi di mercato più alti. La Germania in questo momento:

1) dovrebbe fare investimenti impiegando l'avanzo estero accumulato  verso gli altri paesi europei di 500 miliardi, in imprese con base stabile in Italia, pagando tasse in Italia;
2) oppure dovrebbe inflazionare i prezzi sul suo mercato aumentando i salari ed attuando politiche redistributive dei redditi, dai fortissimi e potentissimi capitalisti tedeschi, verso i lavoratori ad esempio dell'Est le cui famiglie oggi dopo più di 20 anni dall'unificazione, guadagnano il 52% di una corrispondente famiglia tedesca dell'Ovest.

Queste due possibilità, rappresentano soluzioni irrealizzabili che ci porteranno sicuramente in Europa, verso prossime e molto probabili tensioni sociali.

Nel 2011 la fuoriuscita di capitali tedeschi dall'Italia ha interrotto l'idillio europeista ed è arrivato il salvatore.

Cosa ha fatto Monti quando è andato al Governo?

Mario Monti, insediandosi al Governo, ha ereditato un bel mucchio di problemi ed avrebbe potuto cercare la via della patrimoniale sul più ricco 10% degli italiani, detentore di ricchezza pari al 45% della ricchezza netta totale, ma non lo ha fatto.

La ricchezza totale degli italiani era pari a 9600 mld, sottraendo ad essi i debiti per 800mld si ottengono 8800mld di riccezza netta. Di questi 3950 miliardi appartengono al più ricco 10% degli italiani. Questo vuol dire che la differenza è in mano al 90% degli italiani.

Monti per ridurre il disavanzo verso l'estero opta per la repressione fiscale. Decide quindi di aumentare le tasse a tutti, per non doverle applicare al più ricco 10% della nazione.

L'aumento delle tasse dirette, le patrimoniali mascherate sulle case, l'aumento della tassazione indiretta, sono le stesse politiche attuate da Mussolini ai tempi della Quota 90. Mussolini per ridurre il disavanzo con l'estero e rivalutare la lira a quota 90, attuò le stesse manovre messe in atto da Mario Monti.

Le imprese italiane schiacciate dalla riduzione della circolazione monetaria e dalle tasse, negli ultimi anni hanno iniziato a delocalizzare all'estero, dove la manodopera costa di meno, vendono in Italia e pagano le tasse dove è più conveniente. 

I negozi italiani chiudono, gli unici che aprono sono i cinesi, che spesso non fanno gli scontrini e se costretti a chiudere, cambiano ragione sociale, riaprono e continuano a fare quello che facevano prima.

Le aziende estere come Amazon, vendono in Italia e fatturano in Lussemburgo, naturalmente questa è una vera e propria evasione che in gergo viene chiamata elusione fiscale, ma le regole sono difficili da imporre ed i controlli molto complessi.

Lo scopo è quello di distruggere l'economia Italiana e di obbligare i cittadini a subire una vera e propria deflazione salariale, distruggendo  il mercato del lavoro e le garanzie duramente conquistate in 30 anni di lotte dai lavoratori.

INFLAZIONE CATTIVA:

Distrutto il mercato del lavoro, deflazioneranno i salari aumentando la redditività delle imprese a scapito dei lavoratori ed obbligando gli  imprenditori italiani a vendere aziende allo straniero.

Arriveranno gli investitori esteri, che si approprieranno delle BANCHE, dell' ENERGIA, delle TELECOMUNICAZIONI, delle AUTOSTRADE, della SANITA', dell'ACQUA POTABILE. 

Il mercato diventerà un OLIGOPOLIO ed attraverso cartelli, imporranno l'aumento dei prezzi come stanno facendo le AUTOSTRADE, le FERROVIE, le società ENERGETICHE e le TELECOMUNICAZIONI hanno già fatto da tempo. Non parlo del costo delle zucchine al mercato di cui immagino vi siate già accorti.

Questa è l'INFLAZIONE CATTIVA, perché viene determinata dall'abuso di posizioni dominanti.

Senza uno Stato nell'ECONOMIA capace di attuare una politica fiscale che tenti una REDISTRIBUZIONE DEI REDDITI le disuguaglianze e le ingiustizie sociali continueranno ed assisteremo all'aumento delle garanzie per multinazionali e banchieri ed alla repressione fiscale per le imprese ed i cittadini italiani.

Se ci facciamo convincere dall'illusione delle privatizzazioni e della concorrenza perfetta, che in un mondo reale non esiste, siamo letteralmente spacciati.

Nessun commento:

Posta un commento