giovedì 30 maggio 2013

Seconda parte - QUALE E' LO SCOPO DELLO STATO NELL'ECONOMIA E DELLA SPESA PUBBLICA. Come risparmiare 77mld.

Grafico(1)


Nel 2009, la spesa per consumi finali era di circa 300mld, circa 300mld di pensioni e circa 100mld di interessi passivi.

Non credo sia necessario in questa sede essere precisi, ma è necessario evidenziare che i tagli alla spesa se devono essere fatti, vanno fatti in questi tre ambiti.

1) Pensioni
2) Spese per consumi finali
3) Interessi sul debito.

Avendo visto che, un taglio della spesa, corrisponde ad una decrescita più che  proporzionale del PIL, derivante dall'effetto MOLTIPLICATORE, generato dalla liquidità immessa dallo Stato attraverso la spesa e dalle banche attraverso i depositi bancari, è logico dedurne che:

AD UN EVENTUALE TAGLIO DELLA SPESA, DEVE CORRISPONDERE UN EQUIVALENTE ABBASSAMENTO DELLE TASSE,AL FINE DI EVITARE UN CALO DELLA CIRCOLAZIONE MONETARIA, VERA CAUSA DELLA CRISI.

QUALI SPESE POSSONO ESSERE TAGLIATE:

PENSIONI:

Lo scopo delle pensioni è di garantire una vecchiaia serena ai cittadini.

Il vecchio sistema di tipo RETRIBUTIVO, si basava quindi sui contributi dei lavoratori, che venivano usati per garantire ai pensionati, pensioni molto più alte finanziariamente rispetto ai contributi versati.

Siccome quel sistema non era sostenibile, oggi vige il SISTEMA CONTRIBUTIVO e le pensioni vengono calcolate finanziariamente in base ai contributi versati. Rispetto al passato quindi le pensioni erogabili dopo 40 anni di contributi a malapena riescono a garantire il 50% delle ultime retribuzioni.

La logica insita nel sistema retributivo, aveva lo scopo di garantire una pensione decorosa a tutti.

Non tutti sanno che se pagare una pensione fino a 2000 euro circa è sostenibile, in quanto i soldi vengono immediatamente spesi per la sopravvivenza, in consumi, le pensioni oltre i 2000 euro, oltre ad essere uno spreco di denaro pubblico, rappresentano anche una ingiustizia sociale, visto che chi percepisce 10000 euro di pensione si è pagato a malapena la metà di quanto gli viene erogato, ed immaginate chi ne prende 30000 mese.

Non dimentichiamo che ci sono inoltre, moltissimi cittadini i cui contributi vengono definiti FIGURATIVI, cioè vengono considerati pagati, anche se di fatto nessuno li ha mai versati e non parliamo delle pensioni dei nostri politici, che in effetti non sono PENSIONI, ma si CONFIGURANO COME VITALIZI DA NABABBO,senza alcuna giustificazione logica, se non il furto agli italiani.

Tagliando le pensioni ad un massimo di 3000 euro risparmieremmo 7miliardi.


LE SPESE PER CONSUMI FINALI:

Le spese per consumi finali sono le spese pagate dalle amministrazioni pubbliche.

Abbiamo visto che nel 2009 erano il 42% del totale, e di questo 42% il 50% è in stipendi e lo spaccato è quello riportato nel grafico(2).

Grafico(2)



A colpo d'occhio sono due  i tipi di spesa che possono essere tagliati:

1) Tagliare i dipendenti pubblici, ma come detto sopra per le pensioni gli unici tagli da fare sarebbero quelli sugli stipendi oltre i 2000 euro. Gli stipendi inferiori ai 2000 euro, garantiscono spesa per consumi e quindi non conviene tagliarli. Su 300mld il 52% equivale a circa 150mld ed immagino si possa risparmiare circa 10mld tagliando accuratamente quelli oltre i 2000 euro.

2) Nei consumi intermedi, ci sono le siringhe pagate a peso d'oro di cui molti giornali hanno parlato e gli sprechi pubblici, tenuto conto che sono circa il 30% di 300mld, sono circa 90mld, ed immagino che si possa risparmiare su questa voce di spesa circa il 10%/15%. A tenersi bassi si potrebbe risparmiare circa 10mld.

Totale fanno circa 20 miliardi di euro.

GLI INTERESSI PASSIVI:

Gli interessi passivi pagati sul debito sono pari a circa 100 mld oggi.

Questa cifra deriva dalla separazione Tesoro Banca d'Italia, che ha regalato alle banche il diritto di alzare i tassi di interesse oltre l'inflazione.

Premesso che:

a) è un fatto, il vantaggio per una banca di sottoscrivere debito pubblico. 

b) Che le banche incassano sul debito gli interessi dello Stato, e possono scontare gli stessi titoli, trasformandoli in denaro presso le banche centrali, da prestare alle imprese.

c)  Che i soldi derivanti dall'accensione del debito pubblico, vengono utilizzati dallo Stato per pagare spesa pubblica, trasformando il denaro prestato dalle banche allo Stato e da questo speso, in fatturato per le imprese, in stipendi per i lavoratori ed in depositi bancari.

COSA SI PUO' FARE PER RISPARMIARE SUL DEBITO PUBBLICO:

1) Si debbono nazionalizzare Banca d'Italia e le banche fallite come MPS, e quelle che stanno per fallire, che oggi alla Borsa di Milano valgono circa 50 miliardi di euro in 8. Hanno perso dal 70% al 95% del loro valore di qualche anno fa, e noi oggi stiamo pagando tasse per ricapitalizzarle.

2) Lo Stato deve decidere di uscire dall'EURO, visto che un sistema di cambi fisso, distrugge progressivamente tutta la piccola e media industria italiana, e le grandi imprese italiane, svalutando la lira tornerebbero in Italia, tornando a pagare tasse nel nostro paese (è inutile perseguitare aziende italiane come Dolce e Gabbana).

3) Va ripristinato il vincolo di PORTAFOGLIO cioè l'obbligo per le banche italiane di sottoscrivere titoli del debito pubblico italiano a tassi inferiori all'inflazione. Il debito non sottoscritto va sottoscritto da Banca d'Italia, emettendo moneta.

Perché tutto questo:

A) Questa manovra, annulla la necessità di ridurre la spesa pubblica, il tasso sul debito inferiore all'inflazione, favorisce la sua riduzione per effetto dell'inflazione che essendo più alta del tasso di interesse ne riduce il valore reale.

B) Il vincolo di portafoglio, e la sovranità monetaria, scongiurano il rischio di fallimento, e spingono gli italiani a sottoscrivere titoli del debito italiano, diventati un titolo sicuro e senza rischi.

C) L'uscita dall'EURO, in un primo momento favorirà i presupposti per la nazionalizzazione di quasi tutte le banche italiane, riprendendo finalmente il controllo sulla moneta credito.

Il risparmio complessivo, diretto ed indiretto, può nel medio periodo, essere valorizzato in circa 50 miliardi.


IN TOTALE DA QUESTE POCHE MANOVRE SI RISPARMIEREBBERO CIRCA 77MLD DI EURO.

I risparmi insieme ad un bellissimo processo di ristrutturazione dello Stato, dovranno essere utilizzati, PER FARE DI NUOVO SPESA PUBBLICA, magari nazionalizzando TELECOMUNICAZIONI ED ENERGIA.

BANCHE ENERGIA E TELECOMUNICAZIONI, rappresentano dei beni per tutta la nazione, averli PRIVATIZZATI è stato un tradimento della nazione.

Le banche rappresentano l'acqua per il cavallo che se non beve muore.

L'energia, rappresenta il cibo per il cavallo che senza energia muore.

Le telecomunicazioni, rappresentano l'economia del futuro quella dell'informazione e della comunicazione. Senza la quale l'Italia non ha futuro.

IL PROBLEMA IN ITALIA NON SONO MAI STATE L'IRI E LE AZIENDE DI STATO MA LE COLLUSIONI DELLA POLITICA CON IL POTERE ECONOMICO DEI PRIVATI.

Prima parte - QUALE E' LO SCOPO DELLO STATO NELL'ECONOMIA E DELLA SPESA PUBBLICA.

L'italiano medio come l'amico Massimo che stimo scrive quanto riportato sotto.
________________________________________________________________________________

La spesa pub.USA è circa 12Pt+bassa della ns(cn trend in calo) e la PF è 17 PT meno.Gli USA sn cioè ambiente+attrattivo x invest.
________________________________________________________________________________


Prima di tutto una doverosa premessa: 

L'America, è uno Stato basato sul liberismo economico.

Questo significa che lo Stato, non entra se non marginalmente nell'economia ed è per questo che non dovendo aiutare l'economia, è caratterizzato da livelli di spesa pubblica molto più bassi dei nostri e da una conseguente pressione fiscale molto più bassa della nostra.

Ricordate tutti, che una bassa pressione fiscale, determina una minore spesa pubblica, ma spesso  non ricordate, che a spesa pubblica bassa, corrispondono tasse basse, ma soprattutto:

1) ISTRUZIONE A PAGAMENTO
2) SANITA' A PAGAMENTO

Da ciò scaturisce un forte vantaggio per la classe più ricca del paese il 10% circa e costi molto più alti per tutti gli altri, che pagano meno tasse, ma poi spendono tutti i loro risparmi per il college dei figli, o per curare patologie gravi,

LO STATO NELL'ECONOMIA:

Lo Stato nell'economia, in ogni paese democratico ha una sua logica. 

Lo Stato è una garanzia per il cittadino nei suoi rapporti con gli altri membri della società.

Lo Stato di diritto, garantisce l'individuo in quanto membro di una collettività, garantendo ad esso diritti e doveri, attraverso le leggi ed il loro rispetto attraverso la giustizia.

Ad inizio 900, lo Stato si rende conto che i conflitti di potere all'interno della società, tra classi dominanti e classi subordinate, hanno portato grandi vantaggi alle prime nel passaggio allo Stato di diritto.

La classe dominante è in debito con la società nel suo complesso e lo Stato cerca di riportare l'equilibrio, togliendo alle classi dominanti quanto accumulato in ricchezza grazie allo Stato di diritto, per restituire parte di quella ricchezza ai cittadini attraverso lo Stato democratico E POI AL Welfare State.

Si passa allo Stato Democratico attraverso il suffragio universale che restituisce il diritto di voto alle classi subordinate  e poi al Welfare State, o Stato del Benessere, che garantirà a tutti i cittadini una serie  di servizi, a costi sociali. 

Le classi dominanti, nel Welfare State, contribuiscono al benessere di tutti, restituendo parte, di quei privilegi che il loro potere economico consente di accumulare nel tempo.

MA DA COSA E' RAPPRESENTATA LA SPESA PUBBLICA ITALIANA?:

Le tre voci di spesa principali in linea di massima sono:

1) Le pensioni circa 300 miliardi di euro.
2) La spesa per mantenere lo Stato circa 300 miliardi di euro.
3) Gli Interessi passivi sul debito circa 100 miliardi di euro.

Le altre spese sono marginali.

Dobbiamo dire tre cose subito:

1) Premettiamo che la spesa, ha una sua logica. Lo Stato spende, quanto incassa di tasse, con lo scopo di redistribuire a tutti i cittadini quanto da essi pagato, sotto forma di servizi, toglie a chi ha di più e da a chi ha di meno.

a) Paghiamo tasse per avere diritto ad una pensione che ci garantisca la sopravvivenza.
b) Paghiamo tasse per avere diritto a cure sostenibili economicamente per tutti.
c) Paghiamo tasse per avere diritto, a servizi erogati attraverso persone che poi spendono gli stipendi in consumi.
d) Paghiamo tasse per ripagare gli interessi sui debiti, perché con quei soldi le banche dovrebbero svolgere la funzione di erogare prestiti alle imprese.

2) Quanto speso dallo Stato attraverso i suoi servizi verso il cittadino, si trasforma immediatamente in reddito dei dipendenti della pubblica amministrazione o redditi da pensionie, o reddito per le imprese che erogano servizi allo stato e su cui lo Stato incassa tasse, che a loro volta saranno utilizzate per erogare l'anno successivo gli stessi servizi attraverso un meccanismo di moltiplicazione della spesa pubblica, che tutti conoscono

a) Moltiplicatore della spesa pubblica, lo Stato paga, a fronte di qualcuno che percepisce un reddito, il quale paga tasse ed a sua volta, spende i soldi garantendo reddito a qualcun altro oppure li deposita in banca.
b) Moltiplicatore dei depositi, se i soldi vengono depositati in banca, o lo Stato paga alle banche interessi passivi, questi soldi possono essere prestati alle imprese, le quali li utilizzeranno per fare investimenti.

3) Lo scopo dello Stato, non è quello di spendere soldi ma quello di restituire redistribuendoli, i soldi delle tasse pagate e garantire che il denaro speso circoli creando benessere tra la gente ed è per questo che la Spesa ed il Debito Pubblico dovrebbero essere gestiti da persone competenti, a conoscenza delle logiche della politica monetaria e delle nuove teorie:

a) Teoria del Cartalismo: cioè della produzione di moneta da parte dello Stato.
b) Teoria del circuitismo: cioè della gestione dello scambio orizzontale di moneta tra privati e tra banche e privati.

Potete vedere lo spaccato della spesa pubblica italiana nel grafico (1).

Grafico(1)




martedì 21 maggio 2013

USCITA DALL'EURO e LAVORO DI CITTADINANZA, soluzioni strategiche per evitare DISOCCUPAZIONE E DISTRUZIONE della PICCOLA MEDIA IMPRESA ITALIANA


In un paese dove tutti si fingono intelligenti, io che so di non sapere e so di non essere intelligente, mi FINGO ECONOMISTA.

Un economista vero in un momento di crisi, studierebbe a tavolino delle strategie e suggerirebbe delle soluzioni.

Un economista intelligente, avrebbe le idee chiare e proporrebbe l'applicazione del suo PARADIGMA.

Un Paradigma è valido fino a successiva confutazione e quindi se hanno permesso a Monti di distruggere l'Italia ed a tanti altri, di fare altrettanto negli anni '90, allora io mi chiedo perché non posso proporre la mia strategia per questo paese ormai sulla via dell fallimento?

Grafico (1)



Premesso che le entrate nel nostro paese, linea blu, sono superiori alle spese sostenute nel paese, linea verde, il nostro problema sono gli interessi passivi pagati sul debito pubblico che fanno lievitare i prezzi fino alla linea rossa.

Come vedete dal 1980, un esercito di politici al servizio dei banchieri hanno permesso facili guadagni a banche, assicurazioni e detentori di debito pubblico. 

Lo Stato quando permette alle banche di sottoscrivere il suo debito pubblico, fa ad esse un favore, visto che queste possono scontarlo presso le banche centrali e moltiplicarlo insieme ai depositi bancari, come i pani ed i pesci. 

Ricordiamo a tutti coloro che non lo sanno, che una spesa dello Stato e quindi un suo debito, è reddito e risparmio per i cittadini e/o  banchieri italiani e detentori di reddito pubblico. La differenza la dovrebbe fare la politica, nel decidere la distribuzione dei redditi in maniera efficiente. Di solito un economista serio, cercherebbe di perseguire, un'allocazione efficiente delle risorse, cercando come obiettivo non solo la giustizia sociale, ma un effettivo progresso, garantito solo dalle pari opportunità.



SOLUZIONI STRATEGICHE:

1) Uscire dall'Euro, riprendendoci la sovranità monetaria. Anche un politico idiota, sprecando denaro, metterebbe in moto le aspettative di inflazione, le banche sarebbero costrette a prestare denaro, gli imprenditori ad investire, questo genera investimenti e posti di lavoro, aumenta i consumi ed il PIL.
Le aspettative di inflazione, non determinano necessariamente spinte inflazionistiche, che se si determinano, sono sempre inferiori alla crescita di consumi, PIL, e salari unitari.

l'inflazione è come il COLESTEROLO, c'è quella buona e quella cattiva e quella sopra è quella buona.

2) Uscendo dall'Euro vanno commissariate prima e nazionalizzate poi Banca d'Italia e le banche fallite come MPS.

I danni che i banchieri hanno arrecato al nostro paese, sono molto superiori agli interessi degli azionisti, che ormai hanno perso più del 70% del loro capitale.

Gli azionisti sono una cosa diversa dai correntisti, che vanno tutti salvaguardati, non nel loro interesse, ma nell'interesse della intera Nazione, all'interno della quale il sistema bancario svolge un ruolo fondamentale.

Le banche nazionalizzate e commissariate, debbono essere obbligate al vincolo di portafoglio, cioè a sottoscrivere una parte dell'emissioni di debito pubblico, i cui tassi saranno decisi dalla Banca d'Italia, in misura inferiore al tasso di inflazione.

Il debito inoptato, verrà sottoscritto dalla Banca d'Italia, la quale immetterà sul mercato il denaro necessario, ad evitare che il crollo della moneta circolante faccia fallire, PICCOLE E MEDIE IMPRESE, come sta accadendo oggi.

COME TROVARE LE RISORSE? 

POLITICHE FISCALI E DI GOVERNO:

1) Il vincolo di portafoglio e la Banca d'Italia come "Lender of the last resort", cioè come colei che sottoscrive l'inoptato, garantirebbe l'abbassamento del tasso di interesse al di sotto dell'inflazione, e finalmente non avremmo problemi nella gestione del debito pubblico per due motivi:

a) L'inflazione superiore ai tassi sul debito si mangia il debito,
b) L'inflazione obbligherebbe banche ed imprenditori ad investire, e l'occupazione garantirebbe i consumi e l'aumento PIL, riducendo il rapporto debito/PIL

Risparmieremmo almeno 50mld di interessi passivi, non ci conviene risparmiare di più.

2) Taglio immediato di pensioni e stipendi calcolate con il sistema retributivo, ricalcolo immediato con il sistema contributivo, garantendo un massimo di pensione di 3000 euro ed un minimo di 1000 per il momento.

La logica è garantire i consumi dei cittadini, ed un adeguato livello di vita a tutti. 
Le pensioni servono per sopravvivere, non per garantire vita da NABABBI A POLITICI E CASTE.

Risparmio circa 14mld, ed in totale fanno 64mld.


POLITICHE DI WELFARE

I risparmi ottenuti, circa 64mld, ci permetterebbero di azzardare politiche sociali serie, NON ASSISTENZIALISTE, ma da vero paese civile garantendo:

1) UN LAVORO DI CITTADINANZA A TUTTI, che vuol dire un diritto nuovo, ma anche il dovere di lavorare per la nazione, chi non lavora non ha diritto a nessun tipo di aiuto, salvo che sia impossibilitato a lavorare ed il lavoro deve essere fatto bene a pena di revoca dell'aiuto economico.

2) Il reinvestimento costante, degli avanzi di bilancio, nella ricerca in ogni campo scientifico, lo Stato deve investire dove il privato non investe, aiutando i privati più meritevoli.

IL SISTEMA FUNZIONA SE SI ELIMINANO GLI SPRECHI DI OGGI, SE SI DIFFONDE UNA NUOVA MORALE SOCIALE E SE LO STATO DIVENTA IL PADRE DI TUTTI I CITTADINI, NON LA SANGUISUGA DEI POLITICI, SERVI DELLE BANCHE, DELLE MULTINAZIONALI GARANTI DELLE LORO  POLTRONE.

mercoledì 1 maggio 2013

INTERVENTO E NON INTERVENTO DELLO STATO IN ECONOMIA e processi INFLATTIVI BUONI E CATTIVI (ASTRAZIONE TEORICA)

Supponiamo di avere due paesi, che partono con lo stesso livello di prezzi, ma caratterizzati da due strutture economiche diverse.

Uno dei due possiede le materie prime, il secondo  un ingegno superiore dei suoi abitanti.

Tra i due paesi esiste un diverso rapporto di forza politica, che a parità di prezzi, avvantaggia l'economia in possesso delle materie prime.

Gli esportatori di materie prime, sfruttano il proprio potere, per alzare i prezzi, ed i paesi importatori non hanno alcuna possibilità di frenare le loro importazioni. Quando il potere lo consente, il soggetto dominante si approfitta del prossimo, è nella sua natura, ed il paese importatore di materie prime, con esse importa anche inflazione.

A sua volta, il paese importatore, trasformerà le materie prime, esportando in parte quanto prodotto, naturalmente caricandone il prezzo, dell'aumento del costo delle materie prime. Parte delle merci finiranno nel mercato interno del paese importatore, generando un aumento generalizzato dei prezzi interni e quindi dell'inflazione.

Esisteranno dei rapporti di forza interni al paese importatore, tra grandi imprese multinazionali, libere di spostare i loro capitali nel mondo e piccole e medie imprese e lavoratori dall'altra parte, impossibilitati da ovvi motivi economici, a spostarsi emigrando negli altri paesi.

La gestione dei rapporti di forza tra le varie classi sociali interne ad un paese, e tra il paese e i suoi partners commerciali esteri è uno dei compiti che spetta alla politica.

SE LO STATO INTERVIENE NELL'ECONOMIA

Se lo stato internamente privilegerà i lavoratori attraverso una politica fiscale redistributiva, favorendoli, il processo inflattivo, andrà a favorire i redditi dei lavoratori e quindi dei consumi.

LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE, in questo caso "inflazione buona" spingono le banche ad investire i loro capitali, gli imprenditori i propri per evitare l'ovvio depauperamento dei capitali e quindi aumenterà l'offerta di lavoro delle imprese, i salari cresceranno e con essi consumi e PIL.

Se aumenterà la produzione nel paese, la crescita della quantità dei beni reali prodotti, facendo aumentare la quantità degli stock di patrimonio, compenserà, la potenziale crescita dell'inflazione, il cui aumento rimarrà contenuto.

La formula di riferimento è la seguente

M*V=P*Q 

Se aumenta V la velocità di circolazione della moneta, stimolata da aspettative di "inflazione buona", causate dall'aumento di base monetaria M, favorita di solito da politiche monetarie o fiscali dello Stato, questo determinerà un aumento dei prezzi, la cui variazione sarà tanto più bassa, di quanto sarà in grado l'economia, di rimettersi in moto, assumendo lavoratori, o favorendo l'economia delle piccole e medie imprese, generando quell'aumento di prodotti e servizi Q che vedete rappresentato nell'equazione appena descritta, che aumentando conterrà l'aumento dei prezzi.

SE LO STATO NON INTERVIENE NELLA ECONOMIA

Se lo stato non interviene, il processo inflattivo interno, derivante dall'importazione di materie prime, genera un aumento dei prezzi interno di cui faranno le spese, i cittadini, questa è l'"inflazione cattiva", internamente i lavoratori ne faranno le spese, caleranno i consumi interni e con essi la ricchezza del paese, che sarà costretto a ridurre la spesa interna, creando una spirale recessiva, in quanto il calo di spese determina un calo del PIL interno al paese.

Di solito l'impoverimento di un paese a favore di un altro paese che si arricchisce, favorisce in ultima fase, uno spostamento di capitali, dal paese con il tasso di inflazione alto, ma parliamo di "inflazione cattiva", al paese con il tasso di inflazione basso ed il livello dei prezzi ancora contenuto.

Questo spostamento non dipende dalla convenienza economica, dei tassi di interesse, ma dalle opportunità di speculare sui tassi di cambio.

MA SE I TASSI DI CAMBIO SONO FISSI?

Se i tassi di cambio sono fissi, questo processo di flusso di capitali verso il paese ad inflazione bassa, determinerà un accumulazione di ricchezza di questo ai danni del paese ad inflazione alta, che sarà costretto a praticare politiche di austerity, che si ripercuoteranno sull'occupazione:

M*V=P*Q

Se diminuisce M e si riduce la velocità di circolazione monetaria nel lungo periodo, calerà Q, e voi lo vedete nel calo della produzione industriale e nel rialzo della disoccupazione.

Distruggendo l'industria però, ad un certo punto, cominceranno a ridursi i prezzi, compresi quelli pagati per il lavoro. 

Il sistema di tassi fissi, consente alle multinazionali di aumentare i prezzi, ed a parità di stipendio, ridurre il potere d'acquisto delle persone, che una volta ridotto, non lascia spazio che a riforme del lavoro.

Buon 1* maggio