sabato 22 giugno 2013

Il RAPPORTO TRA DEBITO E PIL dal 1861 fino al 2011

In fisica la velocità, è la misura dello spazio percorso rispetto al tempo. In economia questo ci interesserebbe molto poco, se Newton non si fosse ispirato a questo concetto, per definire il concetto di derivata, cioè la variazione di una grandezza, rispetto ad un altra, in un dato punto.

Da mesi tutti parlano di Debito e PIL, ma se da un punto di vista concettuale si conosce l’oggetto della discussione in modo statico, noto che pochissime persone ne conoscono il reale aspetto dal punto di vista dinamico.

Quale relazione lega dunque la spesa pubblica al Pil?

Analizziamo prima di tutto le due grandezze nel tempo dal 1861 al 2011.

Grafico (1)



Grafico (2)





Dal 1965, il debito pubblico sta aumentando.
Va notato che, il PIL linea verde, è superiore al debito  sia in termini reali che nominali fino al 1991, diventando inferiore al valore del debito dal 1991 in poi.
Dal 2008 si nota che il Pil stabilizza in termini nominali e reali, mentre il debito continua a salire.

Di questo passo in 5 anni, rischiamo di vederlo salire a 2500 miliardi, ce lo dice la matematica, con un Pil che difficilmente riuscirà a spostarsi dal valore attuale.

Se analizziamo la tendenza ci rendiamo conto che arriveremo ad un debito pari al 166% del Pil, facendo la fine della Grecia.

Il grafico del debito e del pil in termini reali serve a depurare le dinamiche, a livello visivo, dagli effetti causati dall’inflazione, permettendoci di confrontare i dati di oggi 2011 a quelli di ieri 1861 e mostra le politiche post Seconda Guerra Mondiale.

Dalla Seconda Guerra Mondiale, il Mondo si sviluppa più velocemente, grazie all’abbandono delle politiche Neoclassiche, per attuare politiche post-Keynesiane, che dal 1971 in poi, vengono abbandonate, per seguire in Italia, il miraggio dell’Euro.

Se guardiamo le variazioni annue delle singole  variabili, e cioè del Debito e del Pil abbiamo i seguenti grafici in termini nominali e reali.

Grafico (3)




Grafico (4)




I grafici delle variazioni ci dicono che, nel secondo dopoguerra, il Pil varia ogni anno mediamente più del Debito, tranne che nei periodi che siamo stati nello Sme (1979-1992), o nell’Euro (2001-....).

Questo vuol dire, che se il pil aumenta più del debito, conviene fare debito visti i benefici effetti sul pil, se il debito aumenta di 100 il pil aumenta di 120 e nella differenza sta il vantaggio.
Il Debito varia in maniera superiore al Pil dal 1981-1995, lo Sme va dal 1979-1992, quindi durante lo Sme e dopo il divorzio Banca d’Italia Tesoro, che il debito aumenta rispetto al Pil.

La sfasatura temporale va analizzata con la logica, ma credo sia evidente che, una volta adottate delle politiche, queste impiegano del tempo a produrre degli effettie la media è di 2/3 anni. Ci vogliono cioè, due anni, per far partire il processo di indebitamento dell’Italia dal 1979 al 1981 e ce ne vogliono 3 per superare i nefasti effetti dello Sme dal 1992 al 1995.

Il Divorzio Banca d’Italia Tesoro, garantisce alle banche, tassi reali sul debito positivi. Significa che se l’inflazione è più bassa del tasso sul debito, questo è destinato a salire, ed infatti, sarà praticamente impossibile ridurlo, senza svendere la ricchezza del paese come si comincia a fare una volta usciti dallo Sme.

Ricordiamo a chi ignora, che l’inflazione mangia i debiti e rivaluta la ricchezza di un paese. Mi spiego meglio, l’inflazione riduce il valore reale di un debito, ed aumenta il valore reale della ricchezza acquistata attraverso questo debito.

L’inflazione aumenta anche i diritti dei lavoratori, visto che, le banche prestano soldi, e gli investitori investono liquidità.

Gli investimenti aumentano i posti di lavoro e quindi l’offerta di posti di lavoro, determinando l’aumento dei salari per effetto dell’aumentata domanda.
Negli anni 70 i salari unitari reali,  aumentano mediamente, più dell’inflazione.

Le chiacchiere da Bar, finiscono qui, da qui parte il lavoro dell’economista, che ama misurare le dinamiche economiche.

Siccome grazie a Newton, in matematica, le chiacchiere da Bar, non devono esistere, derivando il Debito rispetto al Pil riusciamo a capire, la velocità con cui varia il primo rispetto al secondo.

In economia lo calcoliamo, dividendo la variazione annua di una variabile rispetto all’altra.

Ergo, derivando matematicamente il debito rispetto al pil ed aggiungendo nel grafico la media a 5 anni, per avere una idea della tendenza arriviamo al grafico (5)

Grafico (5)


Grafico (6)


Grafico (7)




Da questi grafici, che rappresentano le variazioni tra Debito e Pil, scopriamo che le varizioni più ampie del debito pubblico rispetto al pil le abbiamo registrate nel 1875 nominale e reale (Gov. Quintino Sella), 1921 nominale e reale (Gov. Alberto De Stefani), 1985 nominale (Gov. Craxi), e 1994 reale (Gov.Ciampi). Nel grafico (8) possiamo vedere l’andamento del rapporto Debito/Pil.

Grafico (8)



Dal grafico (8) linea celeste, possiamo notare che all’equilibrio di bilancio di Quintino Sella 1875, segue un aumento del debito/Pil, poi rientra il debito fino al 1913, poco prima della Prima Guerra Mondiale, risale durante il periodo pre Fascista, e rientra grazie a Alberto de Stefani che nel 1924 ottiene l’equilibrio di bilancio, ma negli anni successivi aumenta di nuovo. Crolla dopo la Seconda Guerra Mondiale, e cala fino al 1964 grazie a politiche Keynesiane, ma dal 1971 riprende a salire, e stranamente proprio quando Nixon abbandona la parità aurea. Aumenta a causa di Nixon, perché le riserve valutarie in dollari dell’Italia si svalutano, e poi perché i petrolieri inflazionano il petrolio, sottraendo parte degli utili alle industrie italiane. Le perdite sui dollari, e la minor ricchezza, viene coperta dallo Stato aumentando il debito pubblico.

Dal 1981 fino al 1995 il debito rispetto al pil accelera il suo rialzo, lo vediamo dalla linea celeste, che sale fino alle svendite di stato di metà anni 90, e poi riprende a salire poco dopo l’ingresso nell’EURO.



DINAMICHE DAL 1970 AD OGGI DI: "INFLAZIONE, SALARI REALI, CONSUMI, INVESTIMENTI, SPESA PUBBLICA, IMPORT EXPORT, TASSI DI CAMBIO E SVALUTAZIONE LIRA

UN AMICO MI SCRIVE QUESTO:

Premesso che so di non sapere, ma amo la dialettica, si può iniziare il discorso dicendo che: "non ho idea", ma bisognerebbe essere consapevoli di cosa si sta dicendo.

Domanda: "Non hai idea di cosa stai scrivendo:
il PIL è un indice sintetico, quindi uno deve capire che cosa contiene, per capirne le limitazioni."


Risposta: Sono completamente d'accordo, infatti dovresti capire da cosa è determinato e come funziona prima di aprire bocca.

PRODOTTO INTERNO LORDO= CONSUMI +  INVESTIMENTI + SPESA PUBBLICA + IMPORT/EXPORT

Negli anni 70, l'uscita da Bretton Woods, crea aspettative di inflazione, le aspettative spingono le banche a prestare il denaro liquido, al fine di evitare che l'inflazione lo svaluti, gli imprenditori fanno lo stesso ed investono, lo Stato fa debiti perché all'epoca, esistevano politici con un cervello. Se hai una inflazione superiore al tasso sul tuo debito, ti conviene fare debiti, perché l'inflazione se li mangia.

Ergo: Scendono i tassi bancari perché le banche prestano, aumentano gli investimenti grazie al credito bancario ed al denaro fresco degli imprenditori che fiutano l'affare e lo Stato fa spesa pubblica, sapendo che l'inflazione farà salire la ricchezza nel paese. 

Quando aumentano gli investimenti, la spesa pubblica, aumenta il PIL, perché lo Stato spende soldi, e qualcuno li incassa sotto forma di redditi. Chi investe compra fattori produttivi da impiegare nella produzione, e naturalmente vengono assunte persone, la domanda di lavoro aumenta e con essa i salari reali.

Quando io porto un esempio, prendo in considerazione il salario unitario medio  e la sua variazione, al fine di evitare, che qualche GONZO, mi dica che aumentano i salari perché aumentano le persone che lavorano. Se divido la mole dei salari per il numero dei lavoratori, questa distorsione "MALIZIOSA" dei dati viene superata.

Negli anni 70 la variazione delle aspettative, spinge le banche a prestare, le imprese ad investire, lo Stato a fare debito, perché ad esso conviene, e questo fa aumentare i consumi. 

Y=C+I+G+NX

Se aumentano consumi, investimenti, spesa pubblica, e import export mediamente stabile, il Pil non può che aumentare e con esso le tasse.

Per questo motivo il debito rimane basso fino agli anni 80.

Nei grafici sotto trovi;

1) Tassi reali sui BOT
2) Tassi reali sul Debito Pubblico
3) Svalutazioni della valuta, si nota che le svalutazioni seguono risalita inflazione. Noi svalutavamo per difenderci dall'inflazione importata.
4) Andamento bilancia commerciale, siccome il petroli costava troppo, per aumentare le esportazioni ed avere i soldi per pagarle, dovevamo svalutare il cambio.

Purtroppo la disinformazione regna sovrana, ma la dialettica rimane aperta, magari se mi presenti chi ti ha raccontato tante fregnacce ragioniamo con lui grazie.


Grafico (1)



Grafico (2)


Grafico (3)





 Grafico(4)




Domanda: "Il PIL negli anni 70 è salito tanto perché lo stato ha speso tanto, indebitandosi e aumentando letasse). Nello stesso tempo, molte donne si sono unite alla forza lavoro (riducendo il numero di figli), quindi l'impennata del PIL dipende anche da quello."

Risposta: Quanto scrivi sono cose scontate, lo Stato fa spesa pubblica, ed aumenta il Pil, è scontato, e le tasse aumentano perché se applichi una aliquota ad un valore che sale, il valore complessivo sale, questa è matematica, la storia delle donne, ha impicazioni di tipo demografico, più che economico, come ti ho detto, io ho analizzato il salario unitario, non il monte salari, vuol dire che fatto 100 il salario l'ho diviso tra tutti i lavoratori, e la variazione media del salario reale rispetto al pil, da quanto mi dici, ha pure maggior valore visto che storicamente le donne guadagnano di meno.

Domanda: "L'effetto dei debiti fatti dallo stato li vedi a distanza di un decennio, quando il debito passa da un 20% del PIL al 60% e comincia a mangiarsi gran parte delle entrate dello stato."


Risposta: L'opinionismo va confutato con un bellissimo grafico.


Grafico (5)


Se si analizza l'andamento dal 1945 della linea celeste Debito/Pil si nota, un andamento del rapporto discendente, questo perché grazie a Keynes il debito aumenta meno del Pil, e quindi la spesa produce un aumento in leva del Pil, vuol dire che se aumenta la spesa di 100, il Pil aumenta di 120. Dal 1965, i Governi decidono di aumentare la spesa pubblica, ma dal 1971, qualcosa cambia. Lo svincolo dal sistema aureo, causa, in tutto il mondo compresa l'Italia, la svalutazione delle riserve valutarie in Dollari. I petrolieri che non sono stupidi aumentano il prezzo del Petrolio reale, e quindi, la TRUFFA NIXON, determina per l'Italia una perdita sia sulla valuta dollaro posseduta, e negli scambi l'aumento del prezzo del petrolio, determina la riduzione dei profitti a favore dei petrolieri. Per questo la ricchezza si riduce nel paese, e lo Stato supplisce aumentando il suo debito per colmarla. Questo evita una riduzione dell'equilibrio di mercato, e l'aumento della disoccupazione a causa della diminuzione di ricchezza e quindi domanda aggregata.


Domanda: "Tu dici, stampiamo moneta, così fotti chi quel denaro lo ha prestato allo stato, che invece di guadagnare, hanno perso potere di acquisto (e tempo). Io la chiamo truffa, mascherata da attività sociale."

Risposta: La svalutazione monetaria, è l'alternativa alla svalutazione salariale che abbiamo subito e che subiremo.

Uno squilibrio, per quanto sia difficile capirlo a chi non sa nulla di economia, va colmato. 
Se i prezzi di lavoro e merci tedesche sono inferiori al 20% di quelli italiani, e se la tassazione è inferiore di 8 punti percentuali rispetto all'Italia:

E' ovvio, che se vuoi fare concorrenza esportando, devi abbassare i tuoi prezzi del 28%.

Abbiamo quindi due modi, o la deflazione dei salari, attraverso un processo di distruzione dei diritti sindacali come è avvenuto in AMERICA ED INGHILTERRA, che distrugge i diritti sindacali, e garantisce profitti agli avvoltoi che si aggirano sui mercati e non attirano italiani che oggi hanno investimenti all'estero,

o decidi per una svalutazione valutaria, che rende immediatamente conveniente produrre in Italia, visto che i costi di trasporto sono inferiori a parità di prezzo, e immediatamente spingi gli italiani a riportare i capitali, a meno che, non crei un clima di terrore giustizialista, senza senso, che tende a punire gli italiani allontanandoli dal loro paese, invece di creare i presupposti economici per un loro proficuo per tutti, ritorno.


Domanda: "Infatti, mano a mano che l'inflazione saliva, la gente rigettava la valuta è convertiva i loro soldi in immobili, oro, valuta straniera, etc.
Ovviamente non i più poveri, quelli restavano ben fregati. Ma chi era abbastanza istruito e aveva mezzi, lo faceva."


Risposta: Per rispondere a questa domanda, questa andrebbe posta, distinguendo un opportuno lasso temporale da analizzare. Posso dirti cosa è successo nei grafici.

Grafico 3: L'inflazione sale causa NIXON, noi cominciamo a svalutare la lira, quando l'inflazione comincia a calare, ovviamente per tenere alte aspettative di inflazione, che servono ad obbligare le banche a non ritirare capitali dal mercato, l'inflazione risale, e come abbiamo visto prima questa garantiva un AUMENTO DEL SALARIO UNITARIO REALE SUPERIORE ALL'INFLAZIONE, ma entriamo nello SME, e la rivalutazione della lira, serve a fare un favore alle banche,  ed alle grandi imprese, straniere, infatti se guardi il grafico 4 la bilancia commerciale peggiora.

Ora facciamo il punto durante lo SME, rivalutiamo la lira, riduciamo i consumi, le banche hanno meno fretta di investire i soldi infatti, i tassi reali su debito e bot diventano positivi grafico 1 e 2, significa che la crescita del pil, della ricchezza e delle entrate dello stato, finisce alle banche e nelle importazioni che aumentano.

Accumuliamo debito verso le banche e debito verso l'estero, ed a fine 1992, una CLASSE POLITICA DI IDIOTI, decide di rivalutare ancora la lira che nel frattempo si stava debolmente svalutando, e BAAAAMMMM, il debito schizza alle stelle, e noi svalutiamo la moneta fino al 1996, svendendo durante questi sconti di stagione, l'INDUSTRIA ITALIANA, l'ENI e le BANCHE.

Come vedi poi risale la lira sotto PRODI E D'ALEMA 1996-2000, ma ci AMMAZZANO DI TASSE, per far calare il debito e contenere il PIL.

SE QUALCOSA NON TI è CHIARO SEI LIBERO DI DISSENTIRE e fare le tue domande.

martedì 18 giugno 2013

DEMOCRAZIA DIRETTA, POTERE LEGITTIMO, AUTORITARISMO, LEADERSHIP E L'ESPULSIONE DEI DISSIDENTI (nel loro giusto interesse individuale)

LA DEMOCRAZIA DIRETTA

La democrazia diretta, si differenzia dalla democrazia rappresentativa.

Nella democrazia rappresentativa, un gruppo di persone viene nominato per rappresentare i cittadini all'interno di un parlamento, all'interno del parlamento al rappresentante, in Italia viene concesso il diritto, nell'interesse personale ed individuale, di votare, come accade spesso, anche contro l'interesse del cittadino elettore.

Nella democrazia diretta un gruppo di persone nell'interesse dei cittadini si riunisce e decide una volontà generale del gruppo, insindacabile, perché frutto della discussione interna a cui il singolo partecipa, sapendo di avere il diritto di manifestare internamente l'opinione, ma di non poterla imporre all'intero gruppo se contraria alla volontà generale.

Rousseau lo definiva un "CONTRATTO SOCIALE", e si basa sulla rinuncia del singolo a voler imporre la propria opinione, contraria alla volontà personale. Nell'interesse del gruppo il singolo DISSIDENTE, ha il diritto di uscire dal gruppo. 

Questo era uno dei principi alla base della Rivoluzione Francese.


Un po di cultura: CONTRATTO SOCIALE, DEMOCRAZIA DIRETTA, ROUSSEAU

DIFFERENZA TRA LE FORME CON CUI SI MANIFESTA IL POTERE LEGITTIMO, ed una forma di potere lo STATO AUTORITARIO:


Il potere legittimo consiste, nell'attribuzione da parte dei cittadini di un potere, ad una determinata persona.

Questo potere legittimo può essere attribuito in tre modi ed essere di tipo:

1) Tradizionale
2) Carismatico
3) Razionale

Il tradizionale riguarda il potere esercitato per diritto divino, è la tradizione religiosa che ne giustifica l'essenza, il Re è tale per diritto divino.

Grillo non è un RE.

Il carismatico, prevede l'esistenza di un soggetto, che per la sua storia e la sua particolare capacità, è in grado di assecondare le masse FOLLOSHIP, o di trascinare le masse LEADERSHIP.

In Italia abbiamo Berlusconi che è il mago dell'assecondare le folle, ed  un LEADER Grillo capace di trascinare grazie alla sua LEADERSHIP.

Il razionale, è un metodo per attribuire un potere legittimo, legato alla maturità delle persone ed alla conoscenza perfetta della situazione, che di fatto permette l'attribuzione del potere secondo logiche razionali.

La leadership, non ha nulla a che fare con le forme di STATO.

Esistono vari tipi di Stato

Stati Patrimoniali, Stati di Polizia, Stati Monarchici, Stati Liberali, Stati democratici, e Stati Autoritari.

Lo Stato Autoritario è una forma di Stato, dove un individuo accentra su di se ogni tipo di autorità, portando alla confusione del SOGGETTO preso come singolo, con l'Autorità, espressa dallo Stato.

Mussolini, o Stalin, erano LEADERS, ma si affermavano sul popolo fisicamente e psicologicamente, accentrando su di se tutto il potere concesso allo Stato inteso come Autorità, nei confronti dei cittadini. Il dittatore, diventa tale perché concentra su se stesso, magari non formalmente, ma praticamente tutti i poteri dello Stato.

Berlusconi e Grillo, non sono i rappresentanti di uno Stato Autoritario, in quanto non accentrano su se stessi alcun POTERE DELLO STATO.

I poteri dello stato sono: LEGISLATIVO, ESECUTIVO, GIURISDIZIONALE.

AUTORITARISMO, AUTORITARIO:

L'autoritarismo, è riferito a personalità, ideologie e regimi.

Nella visione comune, andrebbe ascritto, a colui che afferma il suo potere all'interno di un regime che si manifesta in uno STATO AUTORITARIO, dove prevale l'organo esecutivo rispetto agli altri.

L'autoritarismo di Mussolini e di Stalin per esempio.


Autoritario, è un aggettivo, spesso confuso con il concetto di LEADERSHIP.

Autoritario, è colui che si impone a volte anche in maniera dispotita, ma non va confuso con il leader, cioè colui a cui le persone affidano un potere legittimandolo, sulla base del suo carisma.

Grillo non è autoritario, essendo un leader che deve garantire l'interesse e l'obiettivo di un gruppo, rimette al gruppo le decisioni. 

In questo caso è il gruppo che decide anche in maniera Autoritaria se necessario. 

In un movimento non si configura uno Stato, e quindi le decisioni è giusto che vengano prese collegialmente e senza sindacabilità del singolo, che a maggior ragione, se avesse voluto ragionare da singolo, non avrebbe dovuto aderire al gruppo. 

IL CASO DEI DISSIDENTI GRILLINI:


Il comportamento dei dissidenti viola, il "patto sociale" e morale, stipulato con il Movimento, ma soprattutto con i cittadini italiani, che non hanno modo di scegliere i candidati e si affidano alla fiducia in un LEADER, nella formazione di un gruppo coerente con gli interessi collettivi.

La fortuna degli Onorevoli, è stata quella di avere ricevuto dal MOVIMENTO un compito da assolvere nell'interesse dei cittadini e nel rispetto della volontà generale manifestata all'interno del gruppo. 


Essi sanno che da giorni i giornali non aspettano altro che di azzannare al fianco il movimento e malgrado questo hanno scelto la via dell'individualismo mediatico, per garantire visibilità a se stessi, ed alle loro futili esternazioni.

Il fatto di essere andati in televisione, ha solo lo scopo di richiamare sul SOGGETTO SINGOLO l'attenzione, con l'intento manifesto di Tradire il movimento, NEL PROPRIO ESCLUSIVO INTERESSE.


Scaricando la responsabilità su Grillo, essi tentano una delegittimazione del soggetto, di fronte all'opinione pubblica, mettendo a rischio l'intero progetto.

Per tali motivi tutti i dissidenti, dovrebbero immediatamente migrare spontaneamente fuori dal movimento dimettendosi dall'incarico di  ONOREVOLE, ottenuto in quanto membri di un movimento che li legittimava a lavorare per la collettività e non per meriti del singolo.


Manifestando un interesse alla visibilità mediatica, andrebbero lasciati liberi di esporsi come meglio credono di fronte all'opinione pubblica.

La loro presenza all'interno del gruppo, viola il loro interesse all'esibizione mediatica, ed il loro interesse a sviluppare i loro meriti professionali e la loro ambizione.

Il movimento 5 Stelle rappresenta una spina nel fianco di questi poveri rappresentanti del popolo ed è per questo, che nel loro interesse andrebbero espulsi immediatamente.