giovedì 31 gennaio 2013

Entrando in Europa, è calato l'avanzo primario italiano, ne spieghiamo i motivi.


Rispondo ad un amico sconosciuto che mi pone queste domande in merito all'articolo sulla formazione del debito pubblico che trovate qui:

"Caro Andrea, due cose sul tuo articolo:

1) "L'ingresso in Europa, causa il crollo dell'AVANZO PRIMARIO, a causa dell'aumento della spesa pubblica": mi spieghi dove sta il nesso causale tra l'entrata in Europa e il crollo dell'avanzo primario? L'avanzo diminuisce perchè aumenta la spesa pubblica, ma cosa c'entri l'Europa in questo me lo devi spiegare.

VEDI RISPOSTA NUMERO 1

2) E' molto conveniente incominciare a raccontare la storia dal 1982... perchè non ci dici anche com'era l'Italia prima? Perchè non dici che per pagare il debito invenduto, "a costi contenutissimi", la Banca d'Italia doveva stampare nuova moneta, generando inflazione (che infatti era al 20%)? Perchè non ci racconti del fatto che l'inflazione è di fatto una tassa, peraltro tra le più inique perchè colpisce maggiormente i lavoratori con uno stipendio fisso?"

VEDI RISPOSTA NUMERO 2

INTRODUZIONE AL PROBLEMA:

Linea rossa  = Spese totali dello Stato Italiano al lordo degli interessi sul debito pubblico.
linea blu       =  Entrate totali dello Stato Italiano
linea fucsia   =  Spese totali dello Stato Italiano meno gli interessi passivi sul debito pubblico.

Grafico (1)
Istat serie storiche

1) E' evidente, come tutti vedete che la differenza tra  le entrate linea blu e le uscite al netto degli oneri finanziari linea fucsia sono costantemente dal 1992 positive(USCITA DALLO SME), mentre le entrate linea blu, meno le spese che comprendono i tassi di interesse sul debito pubblico linea rossa, sono costantemente negative.

Deduco, che se non pagassimo interessi sul debito, il bilancio del nostro Stato sarebbe positivo, anche considerando gli sprechi e la corruzione generale, che aborro.

(Potete saltare questo...: Spesso come nel caso MPS il problema non è la spesa pubblica ma i collegamenti pericolosissimi, tra Politica ed Aziende Private. Non uso la parola Stato ma POLITICA, perché lo Stato siamo noi cittadini, colpevoli di non avere frenato la Politica nel momento in cui cambiando la COSTITUZIONE si è resa colpevole nei confronti dei cittadini, di avere stracciato il patto sociale. Ne riparleremo.)

RISPOSTA NUMERO 1

a) Le spese aumentano nel 2001 si vede ad occhio nello scalino della linea rossa e quella fucsia, che rappresentano nel Grafico(1), le spese al netto ed al lordo di oneri finanziari sul debito pubblico. Le entrate rimangono in tendenza costante crescente.


b) Se analizziamo il dettaglio delle spese totali nel Grafico (2), è evidente che il picco, del 2001 linea blu, non dipende dal totale delle uscite correnti linea fucsia che rimane più o meno costante, a cui l'amico forse alludeva parlando di spesa, ma alle uscite in conto capitale attuate nel 2001,2003,2006,linea celeste, lo deduco perché la linea blu del Totale ha la stessa forma della linea celeste delle uscite in conto capitale. Queste spese, non sono altro che gli investimenti Keynesiani sul mercato fatti dallo Stato italiano, tacciati di essere così deleteri, allora perché li hanno fatti?

Se è così vantaggioso entrare in Europa, tanto da spaccare la nazione, perché lo Stato attua politiche di stimolo Keynesiane? (Tra l'altro come molti pensano inutili?)

Semplicemente perché ogni paese in Europa ha attuato queste politiche, solo che le politiche Italiane, dovevano essere diverse, perché l'Italia ha un tasso di inflazione diverso dalla Germania. 

La Germania ha attuato politiche di deflazione salariale fortissime, ha stimolato l'economia quanto se non più di noi, mantenendo il tasso di inflazione basso. 
Nel tempo le differenze si sono cumulate causando l'aumento del debito estero di cui troverete tante spiegazioni qui. un blog di uno dei pochi giovani professori universitari di cui condivido quasi ogni pensiero e riflessione essendo riflessioni basate sulla logica economica.


Grafico (2)


Se l'amico non fosse contento, ripeto che l'aumento della spesa dipende dall'Ingresso in Europa, perché gli stimoli Keynesiani, sono stati usati per bilanciare i danni causati da una adesione, ad una Area valutaria non ottimale, perché caratterizzata da squilibri, legati al mercato del lavoro, all'inflazione ed al tipo di economia.

Se l'amico non è ancora contento dettaglio per onestà intellettuale l'andamento delle uscite correnti, quelle di cui lui forse parlava, evidenziate nel totale nella linea fucsia del grafico (2) e dettagliate  nel grafico (3) dove le stesse sono rappresentate con la linea verde del totale delle spese per consumi finali.

Non voglio analizzare, la variazione dal 1998 al 2001, in quanto mediamente tale spesa cresce in funzione del PIL e di conseguenza nella analisi della crescita lineare delle spese nel Grafico (1), non forma alcuno scalino da analizzare. Lo scalino si forma tra l'anno 2000 e 2001.

Dalla analisi si nota nel 2001, più o meno una crescita minima  dei salari dei dipendenti pubblici linea rossa, di 2 miliardi, le spese per consumi intermedi e per acquisti di  prestazioni sociali in natura sono più o meno stabili.

Grafico (2)


RISPOSTA NUMERO 2

Per la risposta numero due consiglio di guardare  qui (dove spiego cosa sia l'INFLAZIONE BUONA)

Ringraziandoti caro amico per avermi dato  modo di spiegare, ti spiego spero anticipando le tue prossime domande cosa sia l'INFLAZIONE CATTIVA qui.

SENTITEVI LIBERI DI DISSENTIRE SU TUTTO CIO' CHE SCRIVO, IO SO DI NON SAPERE E SONO LIETO DI IMPARARE QUELLO CHE NON SO.

OGNI CONTRIBUTO INTELLETTUALE, SE COADIUVATO PREFERIBILMENTE DI GRAFICA COERENTE CON IL PROBLEMA ANALIZZATO, SARA' GRADITO.

DIVENTO AGGRESSIVO ED ARROGANTE, SOLO CON CHI NON ACCETTA IL CONFRONTO DIALETTICO, O NON PRESENTA PROVE DI QUELLO CHE AFFERMA.

SONO QUI PER IMPARARE.

mercoledì 30 gennaio 2013

L'INFLAZIONE CATTIVA, la SVALUTAZIONE SALARIALE ed il mondo che verra

Un'area valutaria ottimale, è un'area territoriale che comprende diversi paesi talmente integrati a livello economico e sociale da giustificare la creazione di un sistema di cambi fissi. In questo tipo di aree, sono i flussi di persone, di merci e di capitali, che tendono a riequilibrare ogni tipo di squilibrio economico. Purtroppo l'Europa, non è un'area valutaria ottimale.

Nell'Euro,  le differenze economiche e sociali tra i vari paesi, hanno difficoltà ad essere riassorbite perché molto spesso, le persone non amano cambiare paese per vivere, gli investimenti non seguono  logiche economiche, essendo gestiti in  base alle "scelte sociali" clientelari della politica ed i capitali seguono la strada più conveniente della speculazione. Gli squilibri, si ripercuotono soprattutto nel livello dei prezzi, tra paesi tecnologicamente avanzati ad inflazione bassa e paesi meno avanzati come l'Italia con tassi di inflazione più alti. In questi casi lo squilibrio  genera differenziali nei prezzi tra due paesi e per rendere competitive le merci, diventa necessaria una  SVALUTAZIONE MONETARIA o una SVALUTAZIONE SALARIALE.

Al fine di evitare tutto questo paesi in avanzo verso l'estero dovrebbero investire nei paesi in disavanzo che di solito hanno anche prezzi di mercato più alti. La Germania in questo momento:

1) dovrebbe fare investimenti impiegando l'avanzo estero accumulato  verso gli altri paesi europei di 500 miliardi, in imprese con base stabile in Italia, pagando tasse in Italia;
2) oppure dovrebbe inflazionare i prezzi sul suo mercato aumentando i salari ed attuando politiche redistributive dei redditi, dai fortissimi e potentissimi capitalisti tedeschi, verso i lavoratori ad esempio dell'Est le cui famiglie oggi dopo più di 20 anni dall'unificazione, guadagnano il 52% di una corrispondente famiglia tedesca dell'Ovest.

Queste due possibilità, rappresentano soluzioni irrealizzabili che ci porteranno sicuramente in Europa, verso prossime e molto probabili tensioni sociali.

Nel 2011 la fuoriuscita di capitali tedeschi dall'Italia ha interrotto l'idillio europeista ed è arrivato il salvatore.

Cosa ha fatto Monti quando è andato al Governo?

Mario Monti, insediandosi al Governo, ha ereditato un bel mucchio di problemi ed avrebbe potuto cercare la via della patrimoniale sul più ricco 10% degli italiani, detentore di ricchezza pari al 45% della ricchezza netta totale, ma non lo ha fatto.

La ricchezza totale degli italiani era pari a 9600 mld, sottraendo ad essi i debiti per 800mld si ottengono 8800mld di riccezza netta. Di questi 3950 miliardi appartengono al più ricco 10% degli italiani. Questo vuol dire che la differenza è in mano al 90% degli italiani.

Monti per ridurre il disavanzo verso l'estero opta per la repressione fiscale. Decide quindi di aumentare le tasse a tutti, per non doverle applicare al più ricco 10% della nazione.

L'aumento delle tasse dirette, le patrimoniali mascherate sulle case, l'aumento della tassazione indiretta, sono le stesse politiche attuate da Mussolini ai tempi della Quota 90. Mussolini per ridurre il disavanzo con l'estero e rivalutare la lira a quota 90, attuò le stesse manovre messe in atto da Mario Monti.

Le imprese italiane schiacciate dalla riduzione della circolazione monetaria e dalle tasse, negli ultimi anni hanno iniziato a delocalizzare all'estero, dove la manodopera costa di meno, vendono in Italia e pagano le tasse dove è più conveniente. 

I negozi italiani chiudono, gli unici che aprono sono i cinesi, che spesso non fanno gli scontrini e se costretti a chiudere, cambiano ragione sociale, riaprono e continuano a fare quello che facevano prima.

Le aziende estere come Amazon, vendono in Italia e fatturano in Lussemburgo, naturalmente questa è una vera e propria evasione che in gergo viene chiamata elusione fiscale, ma le regole sono difficili da imporre ed i controlli molto complessi.

Lo scopo è quello di distruggere l'economia Italiana e di obbligare i cittadini a subire una vera e propria deflazione salariale, distruggendo  il mercato del lavoro e le garanzie duramente conquistate in 30 anni di lotte dai lavoratori.

INFLAZIONE CATTIVA:

Distrutto il mercato del lavoro, deflazioneranno i salari aumentando la redditività delle imprese a scapito dei lavoratori ed obbligando gli  imprenditori italiani a vendere aziende allo straniero.

Arriveranno gli investitori esteri, che si approprieranno delle BANCHE, dell' ENERGIA, delle TELECOMUNICAZIONI, delle AUTOSTRADE, della SANITA', dell'ACQUA POTABILE. 

Il mercato diventerà un OLIGOPOLIO ed attraverso cartelli, imporranno l'aumento dei prezzi come stanno facendo le AUTOSTRADE, le FERROVIE, le società ENERGETICHE e le TELECOMUNICAZIONI hanno già fatto da tempo. Non parlo del costo delle zucchine al mercato di cui immagino vi siate già accorti.

Questa è l'INFLAZIONE CATTIVA, perché viene determinata dall'abuso di posizioni dominanti.

Senza uno Stato nell'ECONOMIA capace di attuare una politica fiscale che tenti una REDISTRIBUZIONE DEI REDDITI le disuguaglianze e le ingiustizie sociali continueranno ed assisteremo all'aumento delle garanzie per multinazionali e banchieri ed alla repressione fiscale per le imprese ed i cittadini italiani.

Se ci facciamo convincere dall'illusione delle privatizzazioni e della concorrenza perfetta, che in un mondo reale non esiste, siamo letteralmente spacciati.

CIAMPI contro SOROS, l'uscita dallo SME nel 1992 ed il ruolo della Bundesbank

 
 
Traduco in termini semplici, quello che vedete sotto, è la crescita annua del PIL medio di un italiano, o di un lavoratore italiano dal 1970 al 2009 e l'andamento dei consumi i valori sono concatenati al 2000, e significa che ho eliminato gli effetti dell'inflazione sulle variazioni che diventano quindi reali e confrontabili di anno in anno. Per l'analisi delle singole variabili del grafico potete guardare nell'articolo sull'INFLAZIONE BUONA e lo trovate qui. Se volete conoscere la storia della svalutazione proseguite oltre.
Grafico (1)
 
 
Analisi:
 
Nel 1979 entriamo nello SME,  calano aspettative e quindi si riduce il PIL medio, la separazione di Tesoro da Banca d'Italia, mette fine alle attese e le banche sapendo di poter inflazionare i tassi sul mercato, senza rischiare un intervento inflattivo del governo, prestano denaro e le imprese investono. Questo dura fino al 1986, il crollo dei mercati frena gli entusiasmi, e la crescita del debito estero, rallenta i prestiti, le variazioni del PIL medio stabilizzano, fino al 1988 anno in cui cominciano a ridursi le variazioni, al che la Germania ci impone una banda di oscillazione di più o meno 2%, una specie di cambio fisso, il debito estero sale ancora e la domanda di lire arriva a zero, visto che le banche straniere non ci prestano più una lira e le imprese non investono.

Arriva Ciampi, Governatore del "quarto potere dello Stato Italiano" la Banca d'Italia e per non far svalutare la lira vende tutte le riserve  in valuta, comprando lire da uno speculatore chiamato Soros.

Finita la valuta, il povero Ciampi sarebbe costretto, a far svalutare la lira, arrecando alla Germania una bella perdita sulle lire possedute, ma ha una idea, prendere a debito i marchi, per comprare le lire che non valgono nulla sul mercato dallo speculatore Soros, che vende le lire, che la Banca centrale Tedesca, gli fornisce sempre a debito. La Germania ci presta a debito marchi, con i quali noi italiani popolo di EROI, POETI, NAVIGATORI, e scaltrissimi speculatori, ci ricompriamo le nostre fantastiche lire. Alla fine quando Ciampi ha solo lire e debiti in marchi e Soros solo marchi, arriva Amato e svaluta la lira che alla fine dei giochi perde il 30%, facendoci rimettere oltre alla svalutazione del cambio, comunque dovuta per far ripartire le esportazioni,  un bel -30% circa sui debiti contratti in marchi.
 
Ma la svalutazione non è così negativa (sono ironico: la svalutazione è un vantaggio competitivo perché stimola esportazioni), perché oltre a non produrre alcuna spinta inflazionistica, come tanti affermano, a torto visto che nel grafico (1) di cui sopra, l'inflazione addirittura cala, essa fa crescere esportazioni e le aspettative indotte sul mercato, riportano le variazioni unitarie del PIL in rialzo insieme ai consumi, malgrado siano stroncate dall'aumento delle imposte indirette attuato nel 1997 e lo potete vedere qui. Grafico (1) linea rossa

INFLAZIONE BUONA paradossalmente quella degli anni '70 chi lo avrebbe detto? istruzioni per l'uso...e l'abuso

Su internet sento spesso opinioni personali in merito all'inflazione, ma prima di parlarne, una persona assennata, dovrebbe prima conoscere, oltre al concetto che esprime di crescita media dei prezzi in un mercato, anche la storia del paese in cui vive.

Mi scuseranno gli economisti se non uso termini consoni, o se volutamente li semplifico per farmi capire da quelle masse a cui appartengo, le quali ignorando spesso molte cose,  rischiano di travisare le mie parole. (Io so di non sapere quindi spiegatemi a parole vostre se il mio ragionamento non fila).


Partiamo dagli aggregati medi, dal grafico seguente,  possiamo vedere l'andamento dal 1971 al 2009 delle variazioni annue di alcuni aggregati medi, confrontati con l'inflazione ai loro prezzi correnti, cioè per chi viene dalla massa come me, ai valori dell'epoca, senza eliminare gli effetti dell'inflazione.

Ho confrontato la variazione degli aggregati, rispetto all'inflazione, che di per se è una variazione annua dei prezzi, per vedere le dinamiche tra le singole serie storiche di dati che ho preso dall'Istat.

L'inflazione può essere di due tipi diversi:

1)  Inflazione Buona.
2) Inflazione Cattiva

Grafico (1)
Serie Storiche Istat
 
INFLAZIONE BUONA:
 
Dal grafico si nota subito una correlazione quasi perfetta tra le singole serie storiche (non ne avevo alcun dubbio), l'unica che si discosta è quella relativa al risparmio degli italiani, che ho rappresentato come media a 5 anni. Il risparmio crollato mediamente fino al 1992, anno di uscita dall'SME, risale fino al 1997. Dal 1997 in poi la media comincia a calare, a causa dell'aumento della tassazione e delle imposte indirette, per farci entrare a forza in EUROPA, avete capito bene, io non lo sapevo, non sono un economista, ma lo potete vedere qui (Grafico 1 linea rossa).
 
 
I grafici dicono pure che, l'uscita di NIXON dal gold standard ad agosto 1971, la svalutazione del dollaro conseguente  e le spinte inflazionistiche sul petrolio,  spinge le banche che detenevano moneta  per evitare la SVALUTAZIONE MONETARIA a prestare denaro sul mercato facendone scendere il costo e le imprese sono così spinte ad investire, assumono persone facendo salireofferta di lavoro e quindi i salari linea rossa, i salari fanno aumentare i consumi linea arancio e quindi la produttività linea azzurra, ed il PIL medio per tutti gli italiani, linea verde, che come vedete cresce più che proporzionalmente.
 
La regola in Italia negli anni 70 è stata: aspettative inflazionistiche, aumento del credito bancario, aumento degli investimenti, aumento dei salari, aumento del pil, aumento inflazione sempre inferiore naturalmente ai rialzi delle altre grandezze.
 
Dal 1981 il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, e poi dal 1983 con la progressiva riduzione della scala mobile, i tassi di crescita di queste variabili scendono riducendo, le percentuali di variazione.
 
Arriviamo al grafico (2) che rappresenta alcune delle grandezze mostrate sopra, depurate dell'inflazione. Si vede subito che la variazione reale del PIL medio per abitante linea verde, la variazione del PIL medio per unità di lavoro linea azzurra, e la variazione dei consumi per abitante linea arancione  rimangono mediamente superiori alla linea dello zero.  Questo significa che solo nel 1976,  nel 1993 e dal 2007,  la crescita del PIL per abitante, del PIL medio per unità di lavoro, e dei consumi reali diventa negativa, questo vuol dire che l'aumento dei prezzi (inflazione), è stato superiore ad essi.
 
Grafico (2)
 
Possiamo azzardarci a dire che, nel 1975 l'introduzione della scala mobile, determina fino al 1981 una crescita del Pil reale per abitante e per unità di lavoro intorno al 2,5% medio (ad muzzum), la tendenza alla stabilizzazione della crescita, dipende ancora una volta dalle aspettative, per le imprese, di novità rilevanti. Nel 1981 si verifica il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia ed entriamo nello SME, chiamato il Serpente Monetario Europeo, poiché la banda di oscillazione era compresa tra un più o meno 15% e questo vale almeno all'inizio. Le aspettative, economiche generate dal divorzio, gonfia gli utili bancari negli anni successivi e l'ingresso nello SME, spinge le banche a prestare denaro e le imprese ad investire finché si gonfia il debito estero, le banche non prestano più denaro, le imprese non investono, nel 1986-1987 c'era stato il famoso crollo di borsa ed i tedeschi decidono di restituirci le lire ed il bravo Governatore Ciampi provvede comprando tutte le lire sul mercato  indebitandosi in marchi. Il resto della storia vede risalire le variazioni reali delle grandezze, che poi precipitano intorno allo zero dall'ingresso nell'Euro, fino a diventare insostenibilmente negative, dal 2007 in poi.
 
 
 
 
 
 
 
 

La SVALUTAZIONE SALARIALE O VALUTARIA che verrà nel prossimo futuro



L'accumulazione di uno squilibrio di prezzi tra due paesi, o un'area valutaria come l'EUROPA, ed il resto del mondo, si risolve eliminando lo squilibrio, attraverso una semplice SVALUTAZIONE.

Le svalutazioni possono essere VALUTARIE, o SALARIALI.

1) La svalutazione VALUTARIA, si ottiene svalutando la MONETA, quindi se ho accumulato uno squilibrio dovuto ad un differenziale di inflazione di 2 punti l'anno, in 10 anni ho accumulato 10*2=20% di squilibrio. I prezzi e mi riferisco a SALARI e MATERIE PRIME. saranno cioè superiori del 20% rispetto all'altro paese od area valutaria.

Svalutando ottengo solo un equilibrio dei prezzi tra due paesi, non un vantaggio e quindi necessiterò di altre politiche Keynesiane ed inflazionistiche ma si tratta di INFLAZIONE BUONA.

2) La svalutazione SALARIALE, si ottiene in vari modi o tassando lavoratori ed imprese, o usando l'INFLAZIONE CATTIVA.

Si distrugge l'economia locale attraverso la tassazione, che fa crollare consumi esteri ed interni, le aziende non vendono e quindi delocalizzano chiudendo nel paese, si riduce l'offerta di lavoro, la Finanza, con l'Austerity, ci guadagna, riesce a comprare aziende a basso costo. Pagando la politica, riesce ad ottenere anche salariati a basso costo e senza garanzie contrattuali basta cambiare le norme sul mercato del lavoro, nel frattempo lo Stato, che poi sono i cittadini viene additato come colpevole, capro espiatorio per nascondere le vere cause della crisi e la politica in un teatrino con i sindacati ottiene risultati per i loro padroni. Arrivano i capitali esteri, che dopo avere ottenuto aziende a costi di saldo, magari si comprano aziende di Stato, colpevoli degli sprechi (i cittadini dimenticano i vantaggi), e magari sfoggiando termini come CURVA DI LAFFER, LEGGE DI SAY, o presunti economisti di fama mondiale di SCUOLA AUSTRIACA, dimenticando che il più grande era SHUMPETER non quel coglione di HAYEK o VON MISES, finiscono per convincere i cittadini, che nella confusione voteranno sempre gli stessi che ci hanno portato al disastro.

Ma l'INFLAZIONE CATTIVA quando arriva?

Quando un manipolo di OLIGOPOLISTI, si spartisce il mercato delle AUTOSTRADE, delle BANCHE, delle TELECOMUNICAZIONI, dell'ENERGIA, dell'ACQUA POTABILE e non ha più lo Stato come contropartita, è facile in quanto aziende private, aumentare del 30% il costo delle autostrade, il 30% il costo dei treni, il costo dell'energia e della benzina, più di quanto non abbia inflazionato Monti, o il costo della SANITA' e dell'ACQUA che dai rubinetti ci sta arrivando piena di ARSENICO.

L'inflazione cattiva, si mangia lo stipendio delle persone che non consumano, creando redistribuzione dei redditi, tra le classi di lavoratori e medio borghesi, ricomprendendoci anche coloro che guadagnano 200.000 euro l'anno, visto che non si rendono conto che i RICCHI di cui spesso parlo sono Paperon dei Paperoni, banche e multinazionali.




lunedì 28 gennaio 2013

Le indagini su MPS, si riveleranno una bufala

Le banche, ma potrei parlare di tante altre aziende strategiche del settore dell'energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti o delle assicurazioni, fanno gola a molti gruppi finanziari.

Questi però non sono gli unici a gradire certi bocconcini, soprattutto se c'è da fare tanti milioni di euro come ad esempio con l'MPS.

Nel caso del Monte dei Paschi, fa gola una banca radicata in una regione ricca come la Toscana, che sul mercato può essere presa per un valore di mercato di 2 miliardi di Euro.

Con lo scoppio delle Bolle sui CDO, l'MPS colleziona 8mld di perdite sul mercato finanziario. Con l'Arrivo di Monti BCE, eroga 34 mld di Euro di finanziamento 8mld per coprire i buchi forse (opinione personale) e 26 mld vengono invece spesi per acquistare altrettanti titoli di Stato Italiani ad un tasso immagino superiore al 5%.

Su 26 miliardi il 5% corrisponde ad 1,3 mld, che sommati al prestito da 3,9 mld equivale ad un forte rafforzamento patrimoniale della Banca senza aver sborsato un becco di un quattrino.

Rimane la questione Giudiziaria. Una transazione a prezzi fuori mercato è oggetto sicuramente di malizia, ma se chi doveva lavorare ha lavorato bene, la presunta tangente, dovrebbe far perdere le sue tracce tra la chiusura di un conto e l'altra, lasciando gli investigatori con un palmo di naso. Rimane la fantasia di chi crede, che chi architetta queste truffe, sia uno sprovveduto, con la voglia di commettere degli errori nello svolgimento del suo lavoro, pagato immagino per meritati motivi, milioni di euro l'anno.

La crisi finanziaria oltre ad MPS , riguarda anche tutte le altre Banche Italiane

Sintesi concettuale:

Lo scandalo MPS non abbraccia solamente la banca senese.

I problemi nascono a monte e riguardano l'intero sistema bancario italiano.

Il problema dei Subprime, parte dall'America e dai moderni sistemi di Ingegneria Finanziaria che, nati con lo scopo di garantire liquidità al sistema e contenere i rischi complessivi, sono stati poi utilizzati per confezionare bombe finanziarie pronte a scoppiare nel momento più opportuno. una volta trasformati in CDO e poi CDO squared, vengono venduti alle banche Europee, gonfiando nella pancia degli istituti Bancari bolle che una volta scoppiati rivelano il loro contenuto: "una nuvola di fumo".

Analisi:

Il gioco inizia dal mutuo che un individuo accende, insieme a tante altre persone, presso la propria banca.

Il mutuo diventa un insieme di mutui che una volta fatti producono un reddito (esempio 100 mutui con un reddito medio del 5% annuo).

Le banche chiedono all'INGEGNERIA FINANZIARIA, di trasformare in prodotto finanziario i mutui accesi.

I mutui vengono quindi impacchettati e ceduti (venduti) in blocco ad un Veicolo (Azienda per semplificare), che emette un prestito obbligazionario, da collocare sul mercato.
I soldi derivanti dalla vendita delle obbligazioni, servono per pagare il corrispettivo alla banca cedente. I mutui diventano quindi  una Asset Backed Securities, o ABS cioè una obbligazione con un rendimento. In gergo tecnico si chiamano cartolarizzazioni. La banca vende per conto del Veicolo le ABS ed incassa il denaro frutto della vendita dei mutui alla base della cartolarizzazione.

L'avidità spinge poi la Banca cedente, a proporre al Veicolo, di darle gestione finanziaria le ABS, per poter creare una sovrastruttura chiamata Collateralized Debt Obligation, in gergo tecnico CDO. In America, la negoziazione di queste cose non ha grandi limiti e permette alle banche di vendere uno stesso prodotto molte volte sul mercato in leva finanziaria, creando cioè una multipla vendita del sottostante tanto per semplificare.

Il passo verso l'avidità al quadrato è breve e vengono creati i CDO Squared, cioè una sovrastruttura della sovrastruttura, immagino abbiate capito concettualmente che questa cosa crea una leva sulla leva finanziaria aumentando al quadrato i rischi finanziari.

Questi prodotti, che molti erroneamente considerano ancora equivalendi ad un vecchio mutuo stipulato con un povero portoricano disoccupato, di fatto, amplificano il rischio che un povero uomo non ripaghi il suo debito di decine di volte.

Mi spiego meglio parlando dei fatti.

I CDO squared fanno il giro del mondo e le banche italiane capiscono la "convenienza" dell'affare e vendono i loro mutui, incassano i soldi dalla vendita delle ABS e con quei soldini, gli idioti, comprano CDO squared.

Il mercato era salito ai massimi per motivi tecnici legati ai tassi di interesse, che scendendo avevano fatto salire i prezzi dei CDO. Le banche avevano riempito i loro portafogli di questi prodotti e la bolla cominciava a gonfiarsi nei loro bilanci.

Il problema nasce dal 2008 in poi quando il fallimento Lehman riporta tutti sulla terra e la gente comincia a parlare di rischio bancario, i rischi fanno salire i tassi sul mercato ed i CDO crollano di prezzo.
Le banche italiane  vedono scoppiare nello stomaco la bolla dei CDO, rivelando al suo interno una bellissima nuvola di fumo e rischiano il  fallimento.
Fortunatamente per loro, anche l'Italia va in crisi. Tra il  2011/2012 scadono titoli del debito Italiano per circa 300 mld e nasce il problema di collocarli sul mercato.Arriva Monti salvatore della patria, nel momento giusto per sfamare con una fava due piccioni.

 Il nostro neo presidente del consiglio, garantisce BCE, che le banche non verranno NAZIONALIZZATE (opinione personale) e eroga i soldi alle banche italiane all'1% affinché li prestino allo Stato Italiano al 7%.

L'affare porta nella pancia delle Banche italiane solo su questi 300 miliardi, 18 miliardi di euro l'anno di interessi passivi che diventano provvidenziali per coprire i buchi derivanti dallo scoppio delle bolle sui CDO.


Dinamica del SALDO PENSIONISTICO dal 1970 al 2010

A CHI NON LO SAPESSE, PER POTER MATURARE 1.000 EURO ANNO DI PENSIONE BISOGNA AVERE ACCUMULATO CIRCA 20.000 EURO, FINANZIARIAMENTE PARLANDO.

UN POLITICO PER PRENDERE 100.000 EURO DI PENSIONE L'ANNO DOVREBBE AVERE ACCUMULATO 2.000.000 euro DI CONTRIBUTI

Un politico quindi, dopo poche legislature, non può essersi pagato la sua pensione. Immaginando che esso prenda di stipendio 120.000 euro l'anno, accantonando a fini pensionistici anche 12.000 euro l'anno,  in una legislatura avrebbe accantonato circa 60.000 euro pari ad un vitalizio annuo di 3500 euro. All'anno non al mese.

Queste DISTORSIONI, hanno causato uno sfacelo a livello pensionistico. La differenza tra contributi incassati e prestazioni erogate ha generato nel 2010 un saldo negativo di 70 miliardi di euro solo nell'INPS.

Il caso vuole che usciti dallo SME, la "seconda repubblica" trasversalmente da destra a sinistra, ha ottenuto questo grande risultato che vedete nel grafico sotto, un saldo tendenzialmente in crescita negativa costante. L'idiozia di questi politici sta nel fatto di non capire che se allunghi l'età pensionabile, riduci posti di lavoro visto che i nuovi pensionati non liberano posti di lavoro e si creano squilibri, accelerati da altri fattori di cui parleremo in questo post.

Grafico (1)

(Dati ISTAT serie Storiche 1971-2009)
Il debito accumulato dagli ENTI PREVIDENZIALI singolarmente e nel totale linea rossa, sono illustrati sopra. Credo sia però necessario dopo le dovute premesse spiegare come funziona il sistema.

Il sistema pensionistico italiano:

Il sistema pensionistico italiano, si divide in due momenti storici caratterizzati da sistemi e logiche diverse, nel metodo di pagamento delle pensioni.

Possiamo distinguere due sistemi:

1) Sistema RETRIBUTIVO
2) Sistema CONTRIBUTIVO


La logica introdotta dal SISTEMA RETRIBUTIVO, è quella di garantire le pensioni ai cittadini facendo in modo che chi lavora, paghi la pensione a chi non lavora, per motivi di vecchiaia od anzianità contributiva.

La vecchiaia riguarda l'età anagrafica, l'anzianità quella contributiva.

Il SISTEMA CONTRIBUTIVO, nasce nel momento in cui il sistema precedente va in crisi. E' un sistema in cui si ricevere una pensione, che verrà calcolata in base a quanto un cittadino versa nella sua vita di contributi pensionistici. Se verso 100.000 euro in 30 anni di carriera, immaginando che la cifra sia già stata rivalutata dagli interessi maturati anno per anno, avrò una pensione di circa 5.000 euro anno (avete capito bene), per averne 20.000 l'anno, ne dovrei avere accantonati 400.000.

Il motivo  di questo passaggio dal sistema RETRIBUTIVO al CONTRIBUTIVO, è in un primo momento demografico. Siccome la popolazione non fa più figli, il rapporto tra chi lavora e chi sta in pensione, che all'inizio era di 3 persone ogni pensionato, comincia ad invertirsi. Le persone che lavorano sono sempre di meno e quelle in pensione sempre di più. Il problema è come già detto di natura demografica ed è la scusa che giustifica il passaggio al sistema CONTRIBUTIVO.
Dall'analisi del Saldo degli enti Previdenziali, è evidente lo squilibrio tra contributi ed erogazioni pensionistiche e la tendenza verso un saldo negativo, alla lunga insostenibile.
Molti risolvono il problema aumentando i contributi a chi lavora, ma lo trovo eticamente aberrante.

Purtroppo le modifiche al sistema previdenziale, non hanno tenuto conto di due aspetti:

1) Primo problema è la RIDUZIONE dei POSTI DI LAVORO. Allungando l'età prima della pensione, si sottraggono posti di lavoro al sistema. Chi va in pensione libera posti di lavoro, quindi andando in pensione più tardi questi posti non si liberano, riducendo opportunità di lavoro ai giovani  che di conseguenza entrano nel mondo del lavoro più tardi.

2) Il secondo problema è FINANZIARIO e nasce dal fatto che molti pensionati credono di aver pagato la propria pensione, ma questo non è vero. Finanziariamente esistono due tipologie di soggetti.

a) Coloro che sono andati in pensione con il vecchio sistema RETRIBUTIVO.

b) Coloro che come i nostri politici, hanno beneficiato di CONTRIBUTI FIGURATIVI, cioè contributi che non esistono e che a volte consistono in sconti sull'età pensionabile, o l'esenzione del pagamento dei contributi.

CASO (a):

Chi è andato in pensione con il vecchio sistema retributivo, beneficia di una pensione che finanziariamente, se fosse stata calcolata con l'attuale sistema contributivo, sarebbe stata pari a circa la metà di quella erogata.

1) La logica era quella di dare a tutti una pensione, la pensione viene spesa in consumi, lo Stato attraverso il sistema del moltiplicatore della spesa, recupera le somme spese in pensioni sotto forma di tasse sui consumi nei quali la pensione viene a sua volta spesa. E' quindi conveniente e giusto, per lo Stato, pagare fino a 2000/3000 euro di pensione, in quanto il 50% finiscono subito in CONTRIBUTI E TASSE, ed il resto in tasse su consumi derivanti dalla circolazione monetaria.

2) Le pensioni che vanno oltre i 2000/3000 euro invece sono pari al 10% della spesa pensionistica complessiva, ammontano a circa 30 miliardi e sono ingiustificate dal punto di vista finanziario e sociale, visto che sono frutto di un sistema finanziariamente insostenibile, vanno ben oltre lo stipendio di sussistenza e spesso non vengono tutte spese in consumi (condizione necessaria ad essere considerate economicamente e socialmente utili).

3) La frattura tra il vecchio ed il nuovo sistema ha determinato una frattura sociale, tra i cittadini italiani di serie A e giovani cittadini italiani di serie B, condannati ad un tenore di vita molto differente da quello dei loro predecessori (genitori).

CASO (b):

Il secondo caso riguarda il problema dei CONTRIBUTI FIGURATIVI, una sorta di truffa ai danni dei cittadini, contando sulla loro ignoranza nel non capire che figurativo significa che i contributi ci sono ma che in realtà non sono maturati rispetto al tempo (sconto temporale sulla pensione), o non sono proprio mai stati pagati, a fronte delle pensioni che verranno erogate.

1) Molte categorie di cittadini lavoratori italiani beneficiano di vantaggi pensionistici che consistono negli anni di lavoro abbonati ai fini del cumulo degli anni lavorati. I lavori risultanti usuranti, spesso sono stati oggetto di tale abbuono in termini di anni di carriera per il raggiungimento della pensione.

2) Alcune categorie come i POLITICI, beneficiano di pensioni da NABABBO, senza aver maturato i contributi sufficienti.

Se la pigrizia mentale, potrebbe spingere a tollerare alcune delle situazioni suddette, l'onestà intellettuale credo che non consenta a nessun cittadino italiano di poter giustificare QUESTO SCEMPIO.

Il rischio è che il pagamento delle pensioni diventi insostenibile basti guardare il grafico due, ed il debito sociale annuo che nel 2010 era di oltre 70 miliardi l'anno.

Grafico (2)











Agricoltura, Industria, Servizi e contributi al PIL italiano

Dalla analisi grafica è possibile vedere quali siano i contributi al Pil dei principali settori economici nel 2009.


Grafico(1)


E' evidente che il settore dei servizi rappresenti la percentuale maggiore, evidenziando il calo del ruolo dell'industria nell'economia italiana. Il calo di quest'ultima deve far preoccupare, vista l'importanza strategica del settore.

Analizzati i contributi al Pil dei singoli settori, possiamo analizzarne il dettaglio.

Grafico (2)

In questi anni abbiamo assistito ad un lento declino annuo delle variazioni, di Agricoltura ed industria a favore dei Servizi e lo vediamo nel Grafico (3)

Grafico(3)




Il lento declino di agricoltura ed industria a favore dei servizi è evidente senza dover necessariamente commentare il grafico.





domenica 27 gennaio 2013

Debito pubblico italiano: cause della sua formazione e colpevoli

   

Sintesi per i pigri:

Il DEBITO PUBBLICO ITALIANO è causato dagli interessi passivi sul debito che paghiamo dal 1982 a causa del divorzio tra BANCA D'ITALIA e TESORO. La nostra classe politica è complice di questo errore mostruoso. L'Italia fuori da SME ed Europa è sempre stata in Avanzo Primario.

Analisi:

Molti si chiedono a chi imputare la colpa del debito pubblico e molti attribuiscono la colpa alla spesa pubblica,  molti ci credono e molti sanno bene che la colpa non è degli Italiani, ma del divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro.

All'epoca, due politici Andreatta e Formica si scontrarono nella celebre "LITE DELLE COMARI" e purtroppo per tutti noi vinse Andreatta, condannando noi italiani a pagare interessi passivi alle banche private, invece che alla Banca d'Italia. All'epoca, la Banca d'Italia, era la banca degli italiani e pagare ad essa interessi passivi equivaleva a pagare interessi allo Stato e quindi agli italiani essendo la nostra nazione, uno "STATO DEMOCRATICO", dove il diritto di voto è esteso ad ogni cittadino, che nel segreto delle urne vota, spesso sbagliando (opinione personale), un candidato di suo gusto, che poi lo rappresenterà in Parlamento. Purtroppo all'epoca con una scusa che sfiora il ridicolo, venne decretato il divorzio suddetto tra Tesoro e Banca d'Italia. La scusa per chi non lo sapesse era la seguente, siccome i politici sono corrotti ed userebbero i soldi dello Stato per scopi clientelari, allora secondo Andreatta e molti tecnici intellettuali dell'epoca tra cui il nostro Ex Presidente del consiglio Monti, era giusto pagare negli anni successivi fino al 20% di interessi alle banche private. Specifico per rigore di cronaca, che all'epoca, il debito collocato dal Tesoro invenduto, poteva essere acquistato dalla Banca d'Italia a costi molto contenuti e di certo molto ma molto inferiori al 20%.

Ma come si è formato il debito pubblico?

Prima di tutto cerchiamo di capire dove vanno le entrate e le spese dal 1980 fino al 2009:

Grafico (1)

E' evidente che in uno stato dove il Totale delle uscite complessive linea rossa, risulta superiore alle entrate complessive, è difficile non accumulare un DEBITO PUBBLICO, al che mi chiedo: "ma questi politici sono dei coglioni?", la riflessione si manifesta nella mia testa nella stessa forma utilizzata nella trascrizione.

La volgarità dei miei pensieri, dipende dal fatto che  per non accumulare il debito, sarebbe bastato evitare il divorzio BANCA D'ITALIA TESORO.

I GOVERNI hanno da sempre usato il debito pubblico, cercando di contenerlo esclusivamente attraverso l'inflazione ed i tassi di interesse reali negativi, cosa che con lo SME non venne fatta visto che i tassi a causa del divorzio furono mantenuti abbondantemente positivi, ma questo è un argomento un poco più complesso e tecnico da affrontare e ne riparleremo.

Il grafico mi dice pure che gli interessi dal 1995 cominciano a decrescere e quando stiamo per riuscire a tornare in positivo tra entrate ed uscite, entriamo in Europa e cosa succede?

Aumenta la spesa pubblica, una manovra fatta a regola d'arte per peggiorare i conti pubblici, ma naturalmente siamo incompetenti noi poveri italiani "QUALUNQUISTI e POPULISI", purtroppo è colpa nostra essere laureati, purtroppo è colpa nostra se usiamo un cervello, purtroppo è colpa nostra avere una testa funzionante e capace di analizzare due grafici come saprebbe fare pure un bambino delle elementari.

Analizziamo due concetti:

1) Il SALDO PRIMARIO avanzo o disavanzo che sia, equivale alle Entrate di uno Stato meno le spese ad eccezione degli interessi sul debito se positivo si parla di Avanzo se negativo Disavanzo.
2) L'INDEBITAMENTO NETTO, non è altro che il SALDO PRIMARIO, meno gli ONERI FINANZIARI.

Grafico (2)




Nel grafico possiamo vedere che il Saldo primario negativo fino al 1991 a causa dello SME, torna positivo dopo l'uscita avvenuta nel 1992 arrivando a 70 miliardi nel 1997, per poi calare drasticamente dopo l'ingresso in Europa nel 2001. L'ingresso in Europa, causa il crollo dell'AVANZO PRIMARIO, a causa dell'aumento della spesa pubblica, rispetto all'andamento delle entrate che rimane costante, per poi risalire intorno al 2006 come abbiamo detto aumentando le entrate per poi crollare con il crollo del pil dal 2007 in poi.

L'indebitamento netto linea rossa, segue l'andamento dell'Avanzo primario, è negativo per effetto degli oneri finanziari, i così detti interessi passivi sul debito pubblico italiano che arrivano nel 1996 a sfiorare i 115 mld di euro.

Come vedete anche dal grafico l'ammontare degli INTERESSI PASSIVI è pazzesco ed è la vera causa dell'accumulazione del debito pubblico e lo vediamo nel grafico (3).

Grafico (3)

Il cumulo degli oneri finanziari, gli interessi passivi pagati sul debito è pari nel 2009 a 1990 miliardi di euro.

Avete capito bene quasi pari all'importo del debito, dimostrando che il problema italiano non sono le EUROSCIOCCHEZZE che sono costretto a sentire ogni giorno, ma semplicemente l'interesse congiunto di politica e sistema privato, nel somministrare una bella purga ai cittadini Italiani. Nemmeno l'avanzo primario è riuscito a contenere il cumulo dell'indebitamento netto, linea verde acceso, ottenuto sottraendo al cumulo degli interessi passivi sul debito, l'avanzo primario linea rossa, ottenendo un cumulo per INDEBITAMENTO NETTO pari a 1500 miliardi circa.

E' questo uno dei motivo per cui nel bilancio dello Stato, abbiamo 400 miliardi di entrate e circa 400 miliardi di accensioni di nuovi debiti, diciamolo tutti a quegli scienziati che parlano di TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA, visto che quando ne parlano dovreste mandarli a cagare, perché stanno parlando dei servizi di cui usufruite, della sicurezza nelle strade, dell'istruzione dei nostri figli, dei servizi che questo Stato dovrebbe erogare sapendo che siamo noi i padroni della baracca, delle nostre pensioni, della SANITA' di cui noi tutti usufruiamo quando STIAMO MALE.

Entrate e spese dello Stato Italiano. Un'analisi dell'andamento dal 1980 al 2009 (dati ISTAT).


Analizzeremo oggi andamento dal 1980 al 2009 delle spese e delle entrate dello Stato Italiano in percentuale del loro valore complessivo. Lo scopo è di analizzare il cambiamento nella politica di gestione dello Stato delle Entrate e delle Spese.

Parlando su internet è possibile sentire ogni genere di considerazione sulle entrate e le spese dello Stato Italiano, ma molti non hanno alcuna idea della loro tendenza dal 1980 ad oggi ed in questo post ne analizzeremo l'andamento fino al 2009.

Le entrate dello Stato Italiano per il 90% circa sono rappresentate dalle tre voci di spesa indicate nel 
grafico (1).
Si dividono in imposte dirette, indirette e contributi sociali. Dalla analisi della tendenza è possibile notare come ad una diminuzione dei contributi sociali negli ultimi 30 anni, linea arancio, sia corrisposto un aumento delle imposte sia dirette linea verde, che indirette linea rossa. Equivale a dire che le minori entrate derivanti dai  contributi sociali versati, sono state compensate dagli aumenti delle entrate dovute alla tassazione sia diretta che indiretta. E' evidente che lo Stato ha dovuto compensare il calo di contributi sociali, con le imposte prima fino al 1996 dirette e poi dal 1996 in poi indirette, per pagare il rialzo delle spese sostenute per il pagamento delle pensioni.

Grafico(1)
 
(Dati Istat Serie Storiche)

Ora il problema è analizzare come sono state spese in tutti questi anni, le entrate dello Stato Italiano.

Nel grafico successivo possiamo vedere le spese dello Stato italiano dal 1980 al 2009.

Grafico (2)
 
                                                                               (Dati Istat Serie Storiche)

Contrariamente a quanto uno potrebbe immaginare quasi tutte le spese sono rimaste più o meno costanti ad eccezione di quattro voci.

1) La prima voce è quella delle spese per prestazioni sociali in denaro, linea celeste, che sono cresciute a fronte di minori contributi incassati sul saldo negativo delle pensioni ne parliamo qui. La cosa mi colpisce e mi preoccupa, visto che mentre le entrate per contributi sociali diminuiscono, aumentano le spese erogate sotto forma di pensioni.

2) Gli stipendi erogati ai dipendenti dello Stato sono diminuiti, questo vale la pena saperlo, anche se qualche aggiustamento nell'organigramma statale sarebbe auspicabile.

3) I consumi intermedi, le spese per servizi erogati ai cittadini, sono rimaste  più o meno costanti crescendo di pochi punti, un 2,61% sull'ammontare totale della spesa.

4) La voce numero quattro sono gli INTERESSI PASSIVI SUL DEBITO che hanno costituito un "grasso contributo" alla spesa pubblica negli anni 80, stabilizzano dal 1991-1996 e poi calano.

Gli INTERESSI PASSIVI SUL DEBITO PUBBLICO ITALIANO, oltre ad avere rappresentato una percentuale notevole della spesa complessiva dello STATO ITALIANO, sono saliti esponenzialmente fino al 1992, l'anno in cui hanno raggiunto il loro valore massimo sulla spesa complessiva con una percentuale del 22,5%. L'ingresso dello SME, non è stato un grande vantaggio per noi italiani e la crescita della percentuale sulla SPESA degli INTERESSI PASSIVI, ne chiarisce a tutti il motivo (solo un cieco non se ne accorgerebbe).

L'uscita dallo SME nel 1992, ha fatto rientrare l'emergenza interessi sul debito pubblico, ma il costo, dovuto in gran parte alla scelta scellerata della nostra classe politica di separare il TESORO dalla BANCA D'ITALIA (lite delle comari), ancora è evidente nella mole del debito pubblico,  determinato, in gran parte se non in totale proprio da tale scelta (immaginate voi il perché). Ma sulla formazione del debito pubblico italiano ne parliamo qui.

venerdì 25 gennaio 2013

L'ascesa della borghesia, lo Stato Liberale ed il passaggio allo StatoDemocratico

Sintesi concettuale :

Il possesso dei mezzi di produzione, favorì l'ascesa della borghesia nel XIX secolo. Il suo potere economico, la spinse a reclamare e ben presto ad ottenere, anche un parziale potere politico.

In questo contesto il pensiero LIBERISTA, nato in Inghilterra ed Olanda dal 1500 al 1600, si afferma, attribuendo un valore primario all'individuo ed ai suoi diritti civili: libertà personale e diritto di proprietà privata.

I principi di eguaglianza di fronte alla legge e la divisione dei poteri dello Stato, completano la costruzione ideologica e furono il fondamento teorico che portò alla nascita dello STATO LIBERALE.

Esso è caratterizzato dalla presenza di una Costituzione o Statuto, legge fondamentale che stabilisce la tripartizione dei poteri classica, in esecutivo, legislativo e giurisdizionale, affermando lo Stato di diritto, in base al quale tutti sono sottoposti e subordinati alla legge, compresi il Sovrano ed i poteri pubblici.

Lo STATO LIBERALE, si diffuse in tutti gli Stati europei.

Solo nel XVIII E XIX secolo, il popolo matura, la propria COSCIENZA SOCIALE e la consapevolezza della propria forza, reclamando diritti allo STATO LIBERALE, considerato monoclasse, in quanto governato solamente dalla popolazione borghese e capitalista.

La coscienza popolare porta, alla richiesta di un ampliamento della base sociale nel governo dello Stato, accelerando il passaggio allo STATO DEMOCRATICO.

Caratteristica principale dello STATO DEMOCRATICO, sono i principi di SOVRANITÀ POPOLARE e GIUSTIZIA SOCIALE.

Dalla caduta dell'Impero Romano alla nascita dello Stato Moderno(comunità di Stati sovrani)

Dopo la caduta dell'IMPERO ROMANO 476 d.c., i regni barbarici frazionano il territorio.

Il nuovo ordine, viene ripristinato dai Carolingi con Carlo Magno, che incoronato Imperatore 800 d.c., restituisce all'occidente, tre punti di riferimento, un imperatore, una capitale ed un capo spirituale. Carlo, riesce ad arginare le forze disgregatrici ed a mantenere il rispetto delle formazioni feudali in fase embrionale.

Il feudalesimo si radicherà, dopo la morte di Carlo tra il X ed XI secolo, ma dal 1100 d.c. in poi, la figura dell'Imperatore ritorna centrale. Da quí un lento declino, dovuto all'affermazione del primato del potere spirituale del Papa sull'Imperatore, rimarcato con la RES PUBLICA CHRISTIANA, che sancisce "il tramonto dei due soli", favorendo l'ascesa e l'autonomia politica dei prìncipi dalla religione, affrancandoli dal Potere Spirituale e Temporale.

Nasce lo STATO ASSOLUTO, dove il sovrano impone la sua autorità sia verso l'alto, Papa ed Imperatore, sia verso il basso, borghesi, nobiltà e parlamenti.

Le monarchie nazionali ne rappresentarono il primo modello politico e solo verso la fine del 1700, divennero monarchie costituzionali e parlamentari.
La teoria data 1648, con il Trattato di Westfalia, la nascita dello STATO MODERNO e si instaura in occidente una comunità paritaria di Stati sovrani.

Le forme del potere legittimo nella prospettiva socio-politica

Sintesi concettuale:

Max Weber, individuava tre forme di potere legittimo,

1) tradizionale
2) carismatica
3) razionale

La tradizionale si giustifica con l'esistenza di una tradizione, di solito aristocratico-religiosa superiore, che legittima il potere, una sorta di accettazione sociale passiva del ruolo del potente.

La carismatica è legata alla fiducia conferita ad un individuo, in base alle sue superiori capacità, di affrontare i problemi risolvendoli, dimostrate ad esempio nella vita.

La terza quella razionale, spesso dipendente dalla maturità politica di chi il potere lo conferisce (la società), presuppone che i Govenanti nominati, agiscano nel rispetto della LEGALITÀ, e nei limiti di procedure ben definite (giuridiche).

I Governanti moderni, agiscono invece secondo due schemi dominanti:

1) leadership
2) followship

La leadership, appartiene a colui che impone le sue scelte, senza una vera condivisione politica con l'elettorato, che passivamente, ne riconosce il ruolo di comando ed accetta genuflesso, le conseguenze, spesso determinate dagli interessi della classe dominante che sostiene il leader di turno (opinione personale).

La followship appartiene a colui, che agisce di solito per il proprio tornaconto personale (opinione personale), ed ascoltando gli umori popolari, ne accondiscende le richieste viscerali, nell'intento di acquisire facili consensi, spesso disattesi, nella fase post elettorale (opione personale).

Il modello democratico, spesso dimenticato, presuppone una maturità popolare universalmente diffusa, ma di questo forse ne riparleremo.

martedì 22 gennaio 2013

Andamento del tasso sul BTP a 10 Anni

La tassazione attraverso l'IMU, le accise sulla benzina e l'IVA (deflazione salariale forzosa), hanno ottenuto il loro risultato, di contenere il saldo estero. La maggiore tassazione, deprime le aspettative sul futuro degli italiani e li frena nell'acquisto di beni prodotti all'estero. Il provvidenziale intervento di Obama, rimandando l'avvio del "Baratro Fiscale" di qualche mese (Fiscal Cliff), rincuora i mercati e soprattutto lo speculatore nel fare ancora affari nel vecchio continente.

Nel breve, il quantitative easing americano e la spesa pubblica necessaria a contenere il calo dei consumi privati, aiutano l'America svalutando il dollaro, rendendo appetibile export americano e soprattutto limitando l'import. Gli speculatori tranquillizzati dalla svalutazione del loro debito in dollari, fanno shopping in Europa di azioni e Bond.


Grafico (1)

Il tasso di interesse sul BTP, alla luce del minor rischio sul debito estero e non parlo del debito pubblico che nel frattempo ha sfondato quota 2000 miliardi, di conseguenza scende, arrivando quasi ai minimi del 2010.

L'andamento ciclico evidenzia un potenziale rallentamento della tendenza in atto, evidenziata dal ciclo annuale (linea celeste).

Indice Fideuram Azionario Italia VS Azionario Internazionale


Grafico (1)
L'Indice  Fideuram Azionario Italiano, evidenzia nel ciclo semestrale (linea rossa), un "aborto ciclico".

La tendenza rimane incerta visto il confronto con l'indice Azionario Internazionale Illustrato sotto:


Grafico (2)

La differenza più evidente è nel ciclo a 4 anni italiano, grafico (1)  (linea gialla), rispetto al ciclo a 4 anni del grafico (2) (linea gialla).

Mentre il ciclo Italiano è ai minimi il ciclo dei fondi Azionari Internazionali è ai massimi.


lunedì 21 gennaio 2013

Rapporto tra inflazione, salari, e pil, dagli anni 70 ad oggi.

 Nel grafico possiamo vedere:

a) Tasso di variazione del PIL linea blu
b) Tasso di variazione dei Salari linea verde
c) Tasso di variazione dell'Inflazione linea rossa
d) Rapporto tra salario unitario/ Pil unitario linea a puntini verde

I tassi di variazione di a) Salari, b) PIL e c) inflazione hanno lo scopo di evidenziare graficamente le relazioni esistenti tra queste tre grandezze.

La quarta linea rappresentata a puntini nel grafico rappresenta il salario unitario in rapporto al PIL unitario, ed indica la percentuale di PIL pagata ai lavoratori dipendenti.

Il grafico evidenzia inconfutabilmente, la stretta correlazione esistente tra aumento dei salari, del PIL e della Inflazione e si sviluppa dall'inizio degli anni '70 fino al 2009.

Va notato come l'andamento dei salari sembri anticipare l'andamento del PIL e dell'inflazione. L'inflazione sembra seguire le dinamiche delle altre due grandezze economiche. La linea verde che rappresenta i salari, anticipa, la linea blu del PIL, che a sua volta anticipa la linea rossa indicante l'Inflazione.

Analizzando il suddetto grafico quindi ne risulta che:

1) Il processo inflattivo segue l'andamento di Salari e PIL. La logica è che la crescita dei salari favorendo i consumi, spinge le imprese a pianificare una maggior produzione. I consumi trainano quindi PIL ed inflazione.
2) Il tasso di crescita di salari e PIL risulta superiore sistematicamente al tasso di inflazione. Negli anni '70 il differenziale tra salari PIL ed inflazione, risulta mediamente più consistente per poi ridursi dal 2000 in poi (anche se il differenziale in percentuale del tasso di inflazione sembra costante).
3) Il rapporto salari unitari / PIL unitario all'inizio degli anni '70 sale poi stabilizza con l'introduzione della Scala Mobile ad un valore del 67%, per poi decrescere progressivamente dal 1984 in poi quando Craxi comincia a toglierla abbassandone il tasso del 4%.


Conclusioni:

1) Non lo avrei mai detto ma le aspettative di spinte inflazionistiche causate dalla truffa di Nixon e dal rialzo del prezzo del petrolio, stimolano ad inizio anni '70 gli investimenti, che generano occupazione, crescita dei salari unitari sul PIL. I consumi, stimolano a loro volta la crescita del PIL che dal grafico segue come dinamica quella dei Salari e della inflazione.

Cosa possiamo dire sull'inflazione degli anni '70:

a) Segue le dinamiche di salari e PIL
b) La crescita dell'inflazione essendo inferiore a quella di Salari e PIL, presenta quindi negli anni '70 dei vantaggi. I vantaggi derivano dalla maggiore crescita di Salari e Prodotto interno.

2) La quota salari sul Pil cresce ad inizio anni '70, probabilmente le aspettative inflazionistiche causate da Nixon, e dall'abbandono del sistema aureo, generano investimenti e l'offerta di lavoro aumentata, fa aumentare la quota salari, che poi stabilizza fino al 1984, anno in cui Craxi decide la riduzione progressiva della scala mobile.

3) L'abbandono della scala mobile ed il calo dell'inflazione dovuto probabilmente alla separazione tra Tesoro e Banca d'Italia causano dal 1982 in poi l'inizio del calo della quota salari sul PIL.

DOVE FINISCE LA QUOTA SALARI PERSA? DI QUESTO, SE HO TEMPO PARLERO' IN UN ALTRO POST :)



L'Empirico e la curva di Phillips (o Fisher):



Il metodo scientifico divide il mondo in due fazioni, Cartesiani ed Empirici.

I primi credono nella ragione, nell'uso della logica, nella matematica come strumento per spiegare le cose; i secondi credono nel metodo empirico, nell'esperimento, nella necessaria ripetibilità dei risultati per affermare una teoria.

Il povero empirico, si scontra giorno dopo giorno con la dura realtà, la complessità dei fenomeni, e non riuscendo a trovare una soluzione costante alle sue elucubrazioni, spesso errate, sceglie l'atteggiamento mentale dello scettico.

Purtroppo la logica di Ockham, trova il suo limite nella ricerca di teorie semplici per spiegare fenomeni complessi e lo scontro che sovente si verifica con l'eccezione, rafforza la convinzione del povero scettico, a credere al suo mondo, bastato sull'esperienza sensoriale, senza alcuna apertura verso la ragione, attuando una critica ad oltranza fine a se stessa.

L'esistenza di eccezioni, di solito non pregiudica una teoria, basta solo usare la ragione, riformulandola in modo da chiarire il fenomeno ricomprendendo l'eccezione, senza buttare necessariamente nel secchio nella sua totalità, ciò che ha sempre funzionato.

Qualora questo non fosse possibile ricordiamo allo scettico, l'esistenza di strumenti più moderni, ad esempio gli approcci matematici basati sulla teoria dell'informazione, che ricomprendono l'inferenza sulla minima lunghezza di descrizione. La moderna statistica, permette di trasformare una distribuzione di risultati apparentemente contraddittori e stocastici (casuali), in una informazione gestibile attraverso l'attribuzione della probabilità ai risultati.

Uno degli argomenti preferiti dallo scettico oggi è la relazione tra disoccupazione ed inflazione.

Il Trade Off tra disoccupazione ed inflazione, non appartenendo al mondo metafisico, è stato presto analizzato e studiato empiricamente da PHILLIPS che nel 1958 pubblica uno studio "La relazione tra la disoccupazione ed il tasso di variazione dei salari monetari nel regno unito 1861-1957".

L'argomento era stato studiato anche da Irving Fisher negli anni '20 ed è per questo che oggi molti definiscono questa relazione Curva di Fischer.

La curva tende a spiegare come ad una crescita dell'inflazione ne consegua una diminuzione della disoccupazione e viceversa.