lunedì 23 settembre 2013

STAGFLAZIONE FINE ANNI 60 in AMERICA ed inflazione in ITALIA

La stagflazione è un fenomeno di fine anni ‘60.

Essa consiste in un aumento dell’inflazione ed una contemporanea stagnazione della crescita, con conseguente aumento della disoccupazione.

Di solito esiste il così detto trade-off tra inflazione e disoccupazione, cioè se l’inflazione sale, la disoccupazione scende e se l’inflazione scende, la disoccupazione sale ma a fine anni ‘60 le cose cambiano. Sale l'inflazione e la disoccupazione ed invece di spiegarsi il perché, mandano in soffitta Keynes e restaurano l'austerity. Voglio dire che in America parte un processo di azzeramento di quel poco welfare che c'era, per arrivare negli anni 80 a Reagan ed all'azzeramento di ogni diritto sindacale.

Per poter capire le dinamiche economiche bisogna conoscere la storia.

L’economia americana nel dopoguerra conosce un boom di consumi, favorito dalla sua vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, che apre il mercato europeo ai suoi commerci. L’America produce e vende in Europa ed il benessere in America si diffonde parallelamente alla "società dei consumi", che aiuta a far decollare i consumi interni.

Malgrado il clima di "festa", gli americani sono in continua allerta per il diffodersi a livello mondiale del comunismo e per contrastarlo strategicamente, si avventurano prima nella Guerra di Corea, nella Corsa agli Armamenti e poi dal 1960 al 1975 nella Guerra del Vietnam.

Queste guerre determinarono notevoli spese militari ed i politici americani lungimiranti nel contrastare il rischio del diffondersi dell'ideologia comunista, non lo furono altrettanto, nel potenziare la loro industria nazionale.

Gli americani, non producevano in casa tutti i beni  necessari alle esigenze della nazione, non investivano in produzione di energia per soddisfare la domanda crescente di materie prime e per correre dietro all'industria bellica non incassando abbastanza dalle esportazioni, erano costretti a stampare fiumi di moneta. 
Intanto le materie prime aumentavano di valore a causa delle pretese dei paesi produttori, peggiorando la bilancia commerciale americana, cioé la differenza, export meno import.

Un paese che non ha una industria sana e che produce solo armi, è costretto ad importare materie prime ed aumentare importazioni e per pagarle è costretto ad indebitarsi, od a stampare carta.

È diverso, stampare moneta per fare investimenti nel proprio paese, alimentando un circolo virtuoso di investimenti, dallo stampare carta per acquistare petrolio ed importazioni, alimentando l'aumento di un debito verso l'estero.


Sono questi i motivi per cui inizia a salire l’inflazione a fine anni 60 in America, perché stampavano "carta" per pagare le importazioni ed alimentare l'industria bellica e quando gli arabi gli chiesero l’oro per convertire le riserve accumulate in dollari, Nixon, abbandona la convertibilità in oro, ed il prezzo del petrolio comincia a salire, poi abbiamo la Guerra del Kippur e la rivoluzione Khomeinista.

L’andamento del petrolio lo vedete sotto. Notate i rialzi dal 1970 in poi ed i picchi nel 1979 e nel 1990.

Grafico (1)
 


Abbiamo due rivalutazioni forti una agli inizi degli anni '70 a causa dell’annullamento della convertibilità  in oro del dollaro nel '71, seguita dalla Guerra nel Kippur e poi nel 78 durante la rivoluzione Komeinista viene  incendiato il cinema Rex in Iran, il popolo accusa lo Scià e la Savak la polizia segreta, scoppiano dei tumulti.
L’esercito spara sulla folla compiendo un massacro.

In Italia questi fatti storici causano due rivalutazioni forti del petrolio da cui deriva l’andamento dell’inflazione.

Grafico (2)






I picchi dell'inflazione sono nel 1974, nel 1979 e nel 1991, praticamente un anno dopo il picco del petrolio. Il dato non è scientifico, ma la coincidenza è praticamente perfetta.
Nel grafico (2) possiamo vedere l’andamento di pil reale ed infazione. Per poterli analizzare meglio, gli indici sono stati rappresentati anche sotto forma di media a 5 anni. In realtà, nel dopoguerra dal 1950 in poi, il pil reale cresce novevolmente grazie alla reindustrializzazione italiana. Negli anni ‘60 si nazionalizza l’energia e la crescita del pil è evidente a tutti. Dalla fine degli anni ‘60 primi anni ’70 c’è un rallentamento.

Dagli anni ’70 la svalutazione del dollaro e la risalita dei prezzi del petrolio, di certo frena la crescita del pil italiano, che comunque rimane costantemente positivo.


Di fatto la diminuzione della crescita del pil, anticipa la discesa dell’inflazione, dimostrando, che il rallentamento economico americano ed il calo della domanda anche dall'America, determina la contrazione del pil.


Quando il pil si contrae si riduce anche la domanda di petrolio ed i prezzi rientrano, ma la riduzione è dovuta in gran parte alla rivalutazione del dollaro Grafico (3).


Grafico (3)



Il grafico (3) evidenzia come in Italia, il rientro dell'inflazione sia coinciso ad una rivalutazione del Dollaro contro la lira italiana, ma in generale contro tutte le valute del mondo. 

Possiamo notare che la svalutazione della lira 1980-1985, 1992-2001 si verifica con inflazione calante. Parliamo di un periodo di 30 anni, quindi mi sembra evidente che le svalutazioni della lira, non hanno causato iperinflazione.

Se notate dal 1980 al 1985 il dollaro sale, ed il petrolio...scende.
Se notate dal 1985 al 1992 il dollaro scende ed il petrolio...sale (crisi Irakena).
Se notate dal 1992 al 2001 il dollaro sale ed il petrolio...scende.
Se notate dal 2001 al 2008 il dollaro scende ed il petrolio...sale.

Non ci vuole un genio per capire la relazione inversa tra petrolio e dollaro.
Non ci vuole un genio per capire che l'inflazione degli anni 70 è stata causata dal caro petrolio e dalla svalutazione del dollaro ed il suo rientro è derivato dalla rivalutazione del dollaro.

Le teorie quindi che vedono nella stampa di moneta, il rialzo dell'inflazione non tengono conto di un fatto:

I PROCESSI INFLATTIVI PIU' IMPORTANTI, SONO DOVUTI  AD UNA STAMPA DI MONETA, SENZA CHE QUESTA SIA GARANTITA DA ORO (NIXON 1971) O DALLA CAPACITA' DI UN PAESE DI PRODURRE REDDITO.

REPUBBLICA DI WEIMAR, inflazione causata dalla stampa di moneta superiore all'oro posseduto, e pagato come debito di guerra.

ZIMBABWE, stampa di carta da parte di un Governo di ladri che hanno affamato il popolo

IN ITALIA L'INFLAZIONE POST EURO, è stata causata, dall'EURO forte. Avendo dato i nostri politici garanzia che l'Euro non sarebbe stato svalutato, per difenderci da svalutazioni aggressive di altri paesi, abbiamo acconsentito alle multinazionali di inflazionare i prezzi del PETROLIO e delle esportazioni verso i paesi EURO.


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domenica 8 settembre 2013

L'EUROFASCISMO, a chi GIOVA? Se è una TRUFFA, abbiamo solo due SOLUZIONI il piano di LETTA o il PIANO B.

L'EURO è la causa del fallimento della piccola e media impresa italiana.

La politica di Monti ha peggiorato la situazione, il debito è salito da 1913 miliardi a 2075 miliardi di euro in pochi anni, malgrado 40 miliardi di tasse a carico degli italiani. Quanto abbiamo pagato in tasse è stato utilizzato per coprire i buchi di bilancio delle banche ed oggi spariti i soldi, i problemi sono raddoppiati.

A fine anno il debito pubblico arriverà a circa 2100 miliardi, alla fine del prossimo anno a 2200 miliardi e quando partirà il fiscal compact, saremo costretti a ridurre il debito al 60% del Pil in 20 anni e ci obbligheranno a pagare circa 60 miliardi di tasse in più ogni anno, cosa impossibile da attuare.

L'eventuale SVENDITA DELLE PARTECIPAZIONI pubbliche MESSA IN CANTIERE DA ENRICO LETTA, alla luce dei dati illustrati sopra, diventa quindi un semplice PALLIATIVO, che avrà come conseguenze, le stesse che abbiamo potuto constatare dopo l'uscita dell'ITALIA dallo Sme e cioè, un peggioramento del tenore di vita degli italiani di almeno il 50%. La svendita delle aziende pubbliche non eviterebbe inoltre di riaccumulare lo stesso debito in 5/10 anni, con costi sociali evidenti anche ad un idiota.

L'Italia ha circa 100 miliardi l'anno di interessi passivi (sono 80/90 ma non cambia la logica del discorso).

Se vendo BENI PUBBLICI per 100mld e riduco il debito da 2100 a 2000 miliardi, l'anno successivo, risparmierei gli interessi sul minor debito cioè il 5% di 100mld che fa 5 mld. L'anno dopo avrei sempre 100 mld di debito in più, perché dovrei comunque pagare 95 mld di interessi passivi più i minori utili sui beni pubblici venduti.
Svendendo l'Italia quindi, non si ottiene alcun vantaggio, si posticipa il problema, finché alla fine NON NE RIMARRA' NEMMENO UNO DI BENE PUBBLICO.

PERCHE' è ACCADUTO TUTTO QUESTO?

L'euro causa il fallimento della piccola e media impresa italiana, semplicemente perché:

1) Le tasse che paghiamo in più rispetto ai nostri vicini Tedeschi, aumentano i costi di produzione.
2) L'aumento dei tassi di interesse pagati alle banche, aumenta i costi di produzione.
3) Il tasso di cambio fisso, favorisce speculazioni sui prezzi delle merci importate ed aumenta costi di produzione.
4) Il tasso di cambio fisso e quanto scritto sopra favorisce un processo di rialzo dei costi di produzione in Italia, senza poter aumentare i prezzi di vendita.
5) Aumentano i costi di produzione e cala la domanda interna e con essa il livello dei prezzi (ricavi) per la piccola e media impresa.

Se consideriamo maggiori costi e minori ricavi, comprendiamo che si assottigliano i margini di guadagno per le imprese e quando i ricavi marginali scendono sotto i costi, le imprese cominciano ad andare in perdita e vengono eliminate dal mercato. Le imprese marginali alzandosi i costi oltre i prezzi di vendita, vanno in perdita e falliscono.

L'EURO ne è la causa perché, impedendo il riequilibrio dei prezzi tra l'Italia ed il resto del mondo, sta riducendo la quantità di moneta circolante e la sua velocità di circolazione in Italia, riducendo gli scambi, riducendo le entrate per le imprese, per lo Stato e favorendo i processi di cui sopra aumentano i disoccupati, facendo calare la domanda.

Monti ha peggiorato la situazione e Letta passivamente, sposta la tassazione da un soggetto ad un'altro, ma il risultato non cambia.
Le politiche di Monti consistono nel ridurre la DOMANDA AGGREGATA, tassando a morte i cittadini e regalando i loro soldi alle banche, che ci coprono i buchi di bilancio sottraendo liquidità al mercato e riducendo il PIL.

In gergo tecnico chi è più esperto, avrà capito che la politica fiscale restrittiva, sposta la IS, cioè la curva di equilibrio sul mercato dei beni, verso sinistra, riducendo il PIL AUTOMATICAMENTE.

La BCE, invece si è preoccupata di ridurre la quantità di moneta in circolazione. Aumentando il tasso di riserva bancaria, aumentando il costo del denaro obbligando le banche, a prestare i soldi a tassi crescenti in base al rating,  ha spostato la curva di equilibrio LM, del mercato della moneta e della liquidità, verso sinistra, riducendo a sua volta il PIL AUTOMATICAMENTE.

Queste due politiche coordinate insieme, causano un crollo del PIL e sale il  tasso di interesse sul mercato. Il tasso più alto, è un costo in più che pagano le imprese, che aumenta anche in base all'aumento dei rischi impliciti al prestito di denaro in Italia, che a sua volta ha contribuito a far salire il tasso sul debito pubblico alle stelle, favorendo il processo di aumento dei tassi, che evidentemente scaccia potenziali investitori dal territorio italiano. Link a modello IS-LM.

A QUESTO PUNTO MI CHIEDO A CHI GIOVA?

Durante il Governo Mussolini, le politiche furono le stesse e le conseguenze avevano lo scopo di arricchire, i ricchi e potenti ceti produttivi ed aristocratici del paese a scapito della povera gente.

Per non sembrare demagogico tentando di raccontare quanto accadde, ricordiamo che nel 1924 i "successi" delle politiche di equilibrio di bilancio del Ministro De Stefani, causarono poi una pesante recessione, aggravata dalla riduzione della domanda aggregata, causata attraverso le tasse del Ministro Volpi e la riduzione della circolazione monetaria, POLITICHE ANALOGHE A QUELLE DI MONTI E BCE.

Ancora oggi dopo 88 anni, queste politiche vengono usate per:

1) obbligare gli italiani a svendere i beni pubblici.
2) Causare una grave recessione, che avrà ripercussioni a livello sociale e sulla disoccupazione riducendo i salari, a vantaggio dei grandi imprenditori.
3) Piegare i cittadini italiani ad accettare un ritorno allo stato Assoluto.

Trovo aberranti, tutti e tre questi motivi e soprattutto un ritorno allo Stato Assoluto, una Europa, Governata da Banchieri, Multinazionali e da Politici a libro paga ed al loro servizio.

MA L'EURO PERCHE' E' UNA TRUFFA?

Se immaginiamo due paesi con due funzioni di produzione diverse, essi di conseguenza avranno una diversa combinazione nella produzione di un bene, di CAPITALE e LAVORO. 

PRODUZIONE= FUNZIONE (CAPITALE; LAVORO);  y=f(C;K)

Una funzione di produzione, misura quanto capitale e quanto lavoro debbo impiegare per produrre una determinata quantità di un bene.

La GERMANIA, ad esempio usa più capitale e meno lavoro, l'Italia più lavoro e meno capitale.

UN ESERCITO DI BABBEI, ancora non ha capito che è normale che l'Italia veda calare la produttività, sia per ragioni storiche, derivanti da una arretratezza tecnologica, che da una serie di fattori che dagli anni 90, hanno favorito questo processo regressivo, privatizzazioni, tassazione, politica focalizzata all'entrata nell'Euro e non alla crescita del paese.

Svendendo beni pubblici allo straniero o al mercato, abbiamo lasciato in mano ai lupi, le iene e gli sciacalli, beni pubblici che lentamente sono stati sbranati e smembrati, come un piccolo pesce rosso nella vasca dei PIRANAS.

E' inutile che porti troppi esempi pensate a Telecom, scalata da un branco di teste di legno, con i soldi dei banchieri americani, ne hanno succhiato per anni il sangue, cannibalizzandone gli immobili ed oggi con la connivenza di questi banditi al Governo, si stanno mangiando la rete, un bene strategico e di valore inestimabile in un mondo proiettato verso l'epoca dell'informazione e della comunicazione.

Immaginate solo dove si fanno oggi i guadagni, nei telefonini, nella rete, GOOGLE, FACEBOOK, EBAY, valgono più di imprese industriali, che noi siamo riusciti a svendere a prezzi da regalo.

Se distruggi l'economia è normale che la produttività cali, visto che dall'altra parte, la struttura parassitaria dello Stato, rimane intatta e non parlo dei costi della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, ma dell'ESERCITO di Dirigenti di Stato, frutto della clientela politica che lavorano insieme ai POLITICI nella distruzione di questo paese nell'intento di favorire banche e multinazionali.

Torniamo alla funzione di produzione:

Entrati nell'Euro, Germania ed Italia sono appaiate, ma le penalizzazioni dovute a maggiori tasse, politica parassitaria, distruzione economia anni 90, pesano sull'Italia e sui costi di produzione. Importiamo inflazione ed i prezzi salgono più che in Germania, creando un differenziale di circa il 10% con i tedeschi causato dall'inflazione più alta in Italia rispetto alla Germania, che causa un rialzo maggiore nei prezzi. Questo significa per le imprese, produrre a costi più alti in Italia, con margini di guadagno più risicati.

Se a questo aggiungiamo, le maggiori tasse, il maggior costo del denaro, la politica che ci rema contro, capirete che il differenziale di prezzo con la Germania è di circa il 20%, dovendo sommare le inefficienze una ad una.
Ciò significa che i tedeschi, riescono a produrre beni con costi inferiori del 20% mediamente, rispetto ai nostri.

Questa differenza di prezzi all'inizio favoriva una velocità maggiore nell'arricchimento dei tedeschi  rispetto agli italiani, non potendo svalutare il cambio, loro si godevano il vantaggio, restituendoci i soldi accumulati attraverso prestiti, così da questo Euro guadagnavano due volte, sia attraverso l'enorme vantaggio economico, che attraverso il prestito ad usura, favorito dalla minor circolazione monetaria causata dalla politica restrittiva della BCE in Italia. Questo è avvenuto perché ai tedeschi non conveniva investire nel loro paese causando la crescita dei prezzi interna e stimolando maggiori richieste salariali conseguenti ad un aumento dell'inflazione interna e quindi gli avanzi della nazione, venivano reinvestiti in titoli Italiani, come i cinesi che fino a qualche tempo fa investivano i loro avanzi in titoli di Stato americani, che però pagavano loro tassi nettamente inferiori a quanto pagato da noi italiani ai tedeschi.

Quando LEHMAN BROTHER fallisce, a livello globale gli operatori capiscono i rischi che ci sono a prestare soldi agli italiani e la Germania si  riprende i suoi soldi, crollano i BTP ed arriva Monti, l'uomo delle Banche, che favorisce il prestito all'1% da parte di BCE alle banche, per prestare i soldi allo Stato Italiano al 7% e per garantire il pagamento di questo prestito, TASSA A MORTE GLI ITALIANI. 

Paghiamo l'IMU e l'IVA per garantire alle banche il pagamento da parte dell'Italia, degli interessi sui titoli di Stato da loro detenuti, solo che le entrate non bastano a pagare gli interessi ed il debito sta drammaticamente aumentando e ciò, non sarebbe un problema se il PIL non calasse sempre di più.


QUALI SOLUZIONI POSSIAMO ADOTTARE?

Possiamo adottare solo due cure:

A) La cura A, l'abbiamo già sperimentata, è quella di AMATO, che nel frattempo vorrebbero impiegare nella CORTE COSTITUZIONALE, per fargli svolgere l'attività di garante di questa TRUFFA COLOSSALE.

Nel 1992, CIAMPI, perde in borsa 48 miliardi di dollari, questo gli fa meritare la carica di PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ed avvia un processo di privatizzazione, iniziato da lui e da Draghi.

Amato quando l'Italia ha solo lire e SOROS solo marchi, svaluta la lira del 12% in un giorno, secondo voi non poteva farlo due anni prima evitandoci la perdita di 48 miliardi di dollari?

Ciampi e Draghi, favoriscono svendita di Eni e Banche e gli immobili vanno a Goldman Sachs (amo la teoria del #gomblotto solo che tutto è evidente e documentato).
Poi distruggono le pensioni, Amato e Dini.
Poi arriva Prodi e svende Eni ed Enel, regalando la nostra energia allo STRANIERO.
Poi arriva D'Alema, che privatizza la Telecom e svende immobili a Goldman Sachs (amo la teoria del #gomblotto solo che tutto è evidente e documentato).
Nel 1997 aumentano le tasse per farci entrare nell'Euro e spostano la tassazione dalle tasse dirette a quelle indirette, che di solito sono proporzionali  ed hanno un peso maggiore sulle classi meno abbienti.

Entriamo nell'EURO-fascismo e la storia la conoscete.

MA QUALI SONO LE ALTERNATIVE?

B) Le alternative sono l'uscita dall'EURO, che probabilmente non sarà nemmeno causa nostra.

Spero che le nostre ILLUMINATE ISTITUZIONI, abbiano già in mente un piano B, visto che altrimenti mi chiedo quali siano i motivi che giustifichino i loro STIPENDI DA NABABBI.

Avere un piano B, deve essere un obbligo, non una eventualità perché nel caso in cui uscisse un paese dall'Euro, dovremmo interrogarci finalmente a chi giova restarci.

L'uscita dall'Euro comporta un blocco dell'uso del contante (norma già in vigore) dei bancomat e la conversione immediata della valuta in lire italiane ad un cambio di 1:1 contro euro, nel giro di un week end. 

Tutto deve essere fatto così per evitare confusione e corse agli sportelli, spiegando agli italiani il motivo, tranquillizzandoli che tutto sarà fatto nel loro interesse e non come nel 1992. Dovranno essere tutelati i cittadini e poi in second'ordine le banche.

Disposizioni immediate si renderanno necessarie, ma saranno temporanee, e giustificate, dall'esigenza di garantire meno confusione possibile.

Di fatto una svalutazione, non comporterebbe un impoverimento, se non negli scambi con l'estero, ma questo riduce le importazioni ed aumenta le esportazioni. 

La svalutazione del cambio dopo i primi 6 mesi necessari ad un assestamento, favorirebbero un processo di rientro dei capitali dall'estero, per riacquistare un debito che ne risulterebbe svalutato agli occhi dell'investitore estero di quel 20%, che oggi ne rende poco appetibile la sottoscrizione. Dopo 6/12 mesi, il problema diventerebbe un vantaggio economico, rientrerebbero i capitali, ed aumenterebbero come accaduto nel 1992, quindi tutto è già successo le esportazioni, un ESERCITO DI BABBEI, nega sia la STORIA DEL 1992, CHE LA TEORIA ECONOMICA, ma immagino che ormai tutti ne conoscano l'identità, e la caratteristica principale, e cioè mentire essendo BABBEI, o mentire per interesse personale.

Le sottoscrizioni che vediamo oggi, sono semplici speculazioni, che arricchiscono pochi e che sono fatte ai danni dell'economia italiana.

Rispetto alla politica del 1992 il piano A di cui sopra, cambierebbe poco in relazione alla svalutazione della valuta, sarebbe differente il processo da condurre successivamente.

INVECE DI PRIVATIZZARE L'AZIENDA ITALIA, dovrebbero essere NAZIONALIZZATE LE BANCHE, che altrimenti rischierebbero il fallimento CON DANNI BEN PIU' GRAVI DEGLI EVIDENTI VANTAGGI DELLA PRIVATIZZAZIONE e di certo non per essere date in mano ai soliti politici, che le hanno portate al fallimento, ma gestite da nuovi dirigenti, con contratti diversi da quelli milionari precedenti, controllati da un organo di Stato, presente e responsabile di fronte ai cittadini e completamente trasparente. TRASPARENZA SARA' LA PAROLA D'ORDINE, e non il CREDERE PER FEDE, che siamo stati abituati e disposti ad accettare per questioni storiche.

IL CONTROLLO DELLA STAMPA DI MONETA, e DEL SISTEMA BANCARIO, garantiscono il controllo della politica del paese, che dovrà preoccuparsi di spostare la curva IS ED LM in direzione esattamente contraria a quanto fatto da MONTI E BCE. 

Le curve si spostano a destra, aumentando il PIL, ed abbassando i tassi, evitando l'effetto spiazzamento, cioè l'effetto di veder aumentare i tassi di fronte ad una politica fiscale, indipendente dalla politica monetaria, che poi scoraggia gli investimenti ed impedisce l'aumento del PIL, a causa dell'aumento del tasso.

Il ripristino del matrimonio BANCA ITALIA E TESORO, l'affermazione di un nuovo VINCOLO DI PORTAFOGLIO PER LE BANCHE ed un ritorno dello Stato nell'Economia, di certo non rappresentano una STATALIZZAZIONE, ma la conseguenza DEL FALLIMENTO DI MERCATO DI CUI TUTTI SIAMO TESTIMONI.

Di certo significherebbe un ritorno al SISTEMA MISTO, una via di mezzo tra sistema LIBERISTA e quello SOCIALISTA, entrambi falliti nel 1900.

Il sistema misto, è l'unico capace di garantire GIUSTIZIA SOCIALE E PARI OPPORTUNITA' nonché una sostenibilità nel tempo, evitando la concentrazione di ricchezza nelle mani di BANCHE E MULTINAZIONALI, come avviene oggi.

Ricordo a tutti, che la libertà non è il volo di un moscone, la libertà è partecipazione e come scriveva nella RICCHEZZA DELLE NAZIONI il povero ADAMO SMITH, esiste anche nel liberismo, il ruolo dello Stato in ECONOMIA, ed il suo è un ruolo ETICO.